The Go-Go’s: la prima girl band sul tetto del mondo

Com’è possibile che la prima band formata da musiciste donne sia riuscita ad arrivare in vetta alla classifica statunitense soltanto nel 1982, ben tredici anni dopo che un uomo aveva passeggiato sulla Luna? A pensarci è una cosa assurda: conquistare il primo posto della hit parade è certo più democratico e meno costoso di un programma della Nasa.
Eppure i fatti sono questi. L’uomo (Neil Armstrong) ha camminato sulla superficie lunare per la prima volta il 20 luglio 1969. Viceversa, il primo (e unico) gruppo di donne a conquistare il Numero Uno della classifica americana degli album sono state The Go-Go’s il 6 marzo 1982, con Beauty And The Beat (ci è rimasto per sei settimane, vendendo oltre tre milioni di copie).
Assurdo sì, in una società non sessista. Ma la misoginia, in America come in Italia, ieri come oggi, pervade la società in tutti i suoi angoli, anche quelli più sotterranei.
Alcun* di voi obbietteranno: e le Ronettes? Le Shangri-Las? E la miriade di girl groups che negli anni ’60 dominava le classifiche americane? Non sono precedenti alle Go-Go’s, e non hanno avuto una sfilza di Numeri Uno? È utile una piccola digressione, per chiarire la differenza tra girl group e girl band. La prima è una locuzione che identifica 3/4 cantanti di genere femminile, la più dotata delle quali è la voce solista, mentre le altre vocalizzano all’unisono su musiche, attenzione attenzione, scritte, suonate e prodotte da compositori e produttori per lo più di sesso maschile. Sembra di vederli, dietro le quinte, questi demiurghi loschi che fumano un sigaro tirando le fila, scrivendo le canzoni e creando l’immagine stessa delle ragazze. Phil Spector con le Ronettes, o Kim Fowley con le Runaways, pilotavano la vita intera delle loro «protette».
Ma dietro alle Go-Go’s non c’è mai stato nessun uomo. Non sono mai state controllate o pilotate da produttori o manager. Già dal loro primo show, la band ha sempre cantato e suonato canzoni scritte da loro, e avevano il controllo sulla propria immagine. Se in retrospettiva possiamo considerarle femministe, in realtà sono figlie più che del femminismo, della comunità punk losangelina dove si sono formate nel 1978. Il punk accettava tutti, uomini e donne, indipendentemente dalle capacità musicali. (La Carlisle fece brevemente parte dei Germs, cosa che, per quanto riguarda chi scrive, le dà credito punk per tutta la vita).
La formazione «storica» quella che ha suonato in Beauty And The Beat, consiste in Belinda Carlisle (voce), Jane Wiedlin (chitarra e cori), Charlotte Caffey (tastiere e chitarra), Kathy Valentine (basso) e Gina Schock (batteria). La svolta della band verso il power pop conquista le riviste del settore e Mtv. Il mix di brani pop esuberanti, l’atteggiamento punk, la voce seducente di Belinda, si è rivelato vincente: Beauty And The Beat e i loro dischi successivi hanno reso le Go-Go’s popolari per quasi quarant’anni. Con avvilimento pensiamo alle band femminili italiane, che ancora faticano a conquistare visibilità mainstream. Al Numero Uno ci arriveranno, forse, tredici anni dopo che Stephen Hawking avrà scoperto cosa succede se qualcosa cade dentro un buco nero.

Jessica Dainese