Giuseppe Civati Liberi e Uguali: «Centrale la questione delle disuguaglianze»

Giuseppe Civati, ex deputato Pd, laureato in filosofia e detentore di un dottorato di ricerca presso l’Università Statale di Milano, dal 2015 è il segretario fondatore di Possibile, partito che correrà alle elezioni del prossimo 4 marzo unito a Mdp e Sinistra Italiana sotto la sigla del cartello elettorale di Liberi e Uguali, formazione della quale il Presidente del Senato Pietro Grasso è candidato premier.

On. Civati, dopo l’uscita dal Pd nel giugno 2015 lei ha fondato Possibile.
Prima di tutto: cosa vi differenzia dagli altri partiti di centro-sinistra?

Possibile ha un profilo innovativo, radicale, è stato il primo soggetto a porre– fin dal simbolo- la questione delle disuguaglianze, il vero problema di un Paese che è tornato ad essere classista, diviso tra chi sta molto bene e chi scivola nella povertà.
Un paese incapace di riconoscere diritti e redistribuire reddito e opportunità.

A proposito di povertà, nel vostro programma è presente un reddito minimo garantito.
Come pensate di renderlo economicamente sostenibile e in cosa diverge da quello del MoVimento 5 Stelle?

La nostra proposta è più antica di quella del M5S, io stesso ne scrissi già nel 2011.
Grillo nel 2013 scelse il reddito di cittadinanza per tutti (si parlava allora di 1000 euro al mese, come ricorderà), ma ora invece opta per un reddito minimo garantito, che non è la stessa cosa.

Sempre nel vostro programma, si parla di un sistema sanitario nazionale universalistico.
Come riformereste il SSN e come garantireste un miglior accesso agli italiani?

La sanità pubblica deve ritornare ad avere centralità, rispetto al business che troppo spesso contraddistingue la sanità privata.
Le cure devono essere accessibili a tutti e si devono fare investimenti soprattutto sulla prevenzione, che fa risparmiare risorse e premia in salute.
Si deve puntare anche sull’innovazione, a cominciare dalla digitalizzazione e da una politica più accorta sui farmaci, libera dai condizionamenti delle lobby.

Due temi caldi: scuola e sicurezza.
Qual è la vostra proposta nei confronti del sistema scolastico nazionale, e come strutturereste il paese per garantire più sicurezza ai cittadini?

La scuola è un tema che Liberi e Uguali ha messo al primo posto.
Proponiamo investimenti a cominciare dagli asili fino alle università, passando per la ricerca.
Siamo gli unici formularlo con decisione e crediamo che la «buona scuola» buona non lo sia affatto.
La sicurezza ci importa, ma siamo contro la giustizia fai da te, contro le armi consegnate a tutti e contro la deregolamentazione del settore e questo perchè crediamo che sia la Repubblica a dover garantire la sicurezza ai cittadini.
Segnaliamo inoltre che in questi anni i reati violenti sono diminuiti e che questa è la strada sulla quale si deve proseguire.
La sicurezza che ci interessa, però, non è solo questa, ma anche quella ambientale, per mettere in sicurezza il nostro territorio e gli edifici che frequentiamo, a cominciare da quelli pubblici.

Alle elezioni di marzo, correrete soli?
Se sì, perchè gli italiani dovrebbero scegliere Possibile, nell’enorme universo dei partiti di sinistra e centro-sinistra?

Possibile non si presenta da sola: la nostra formazione ha spinto perchè tutte le sigle a sinistra trovassero un unico progetto, che è diventato a dicembre Liberi e Uguali, con Pietro Grasso presidente.