Il picco d’influenza incombe: ecco come proteggersi

Seconda settimana del 2020: si sta avvicinando il picco dei casi influenzali in Italia. L’influenza è una malattia infettiva a precisa eziologia, causata da una famiglia di virus detti «virus influenzali». Come universalmente noto, l’influenza consiste in un’infezione alle alte vie respiratorie, come naso e gola, oppure anche alle basse vie respiratorie, cioè ai polmoni. Spesso vengono confuse per influenza malattie con sintomatologia molto simile ma causate da virus detti «parainfluenzali», in quanto appunto causano un’affezione clinicamente indistinguibile. Insieme ai sintomi che coinvolgono gola e naso compaiono febbre, fotofobia (cioè fastidio agli occhi in circostanze di forte luminosità), dolori muscolari, mal di testa e di solito l’infezione si risolve entro 10 giorni. Da non sottovalutare sono le complicanze di questa malattia, causate nella maggior parte dei casi non dal virus stesso ma da una superinfezione batterica favorita dal danno alle mucose: i bambini saranno quindi principalmente soggetti a polmoniti, sinusiti e otiti, mentre gli anziani possono avere disidratazione e peggioramento di patologie preesistenti.

L’influenza si trasmette per via aerea grazie a goccioline di saliva e secrezioni respiratorie, quindi è particolarmente facile essere contagiati in situazioni di affollamento, specialmente in spazi chiusi. Sebbene sia una pratica spesso sottovalutata, lavarsi spesso le mani ed evitare di toccarsi occhi o bocca con le mani non pulite è il miglior metodo di prevenzione del contagio: le goccioline si depositano infatti principalmente sulle mani e un lavaggio accurato rimuove efficacemente i virus.

Al momento i casi totali di influenza registrati sono quasi 2 milioni, pari al 2,3% della popolazione italiana; nella prima settimana di gennaio si sono verificati 286 mila casi. Gli studi epidemiologici valutano come parametro il numero di persone colpite su 1000 nella popolazione generale: la scorsa settimana l’incidenza è stata di 4,7 casi su mille cittadini. Si è dunque superata la soglia epidemica, che corrisponde a 3 casi su mille. Nel picco (che si raggiungerà a fine gennaio) si arriverà a circa 15 casi su mille. Nella prima settimana del 2020 i più colpiti sono stati anziani e giovani adulti, in quanto gli adolescenti e i bambini sono stati meno esposti grazie alla chiusura delle scuole per le vacanze natalizie.

Nei soggetti a rischio è fortemente consigliata la vaccinazione antiinfluenzale, in quanto permette di evitare le complicanze dell’infezione: questi sono principalmente i soggetti al di sopra dei 65 anni, donne in gravidanza, pazienti affetti da alcune malattie come diabete, tumori, patologie cardiovascolari o polmonari. In ogni caso, come recita il sito del Ministero della Salute, «il vaccino antinfluenzale è indicato per tutti i soggetti che desiderano evitare la malattia influenzale e che non abbiano specifiche controindicazioni». Il vaccino in questione è costituito da virus inattivati, cioè al suo interno sono presenti parti di microrganismo che stimolano il sistema immunitario a produrre anticorpi specifici contro di esso; non è in alcun modo possibile essere infettati dal vaccino, poiché esso non contiene virus attivi in grado di replicarsi e dare sintomatologia. Gli unici eventuali effetti collaterali sono dolore nel sito di inoculo e febbre nei giorni successivi alla somministrazione, entrambi dovuti alla risposta immunitaria e decisamente non pericolosi. Sarebbe dunque opportuno, per chiunque abbia una vita attiva e impegnata a contatto con il prossimo, aderire alla campagna di vaccinazione offerta da ottobre a dicembre.