Il rispetto per chi lavora non vada in vacanza

In questo clima di vacanza (almeno per alcuni), è opportunoparlarvi di lavoro, di quelle professioni che vi circonderanno quando partirete per le ferie o anche solo per un weekend di relax o una giornata al mare. Lavoratori che spesso vengono dati per scontati o da quali si esige ancor di più proprio perché è estate o perché si è in ferie. Per esempio, proprio pochi giorni fa di nuovo qualcuno commentava come quest’anno fossero rimasti vuoti molti posti per animatori nei villaggi vacanza. Sono piovute critiche sulla voglia di fare dei giovani e si sono sentite riecheggiare parole come giovani choosy o esigenti nel pretendere determinati lavori piuttosto che altri.

A parte l’assurdità di fare discorsi così generici su un insieme vasto, assortito e nemmeno ben definito, ci si dovrebbe fare delle domande su come sia la professione in questione: l’animatore, limitatamente al contesto dei villaggi turistici attivi in estate. Si tratta di un’occupazione stagionale, ma che richiede una preparazione precedente oltre a grandi sforzi psico-fisici. Spesso ci si trova in luoghi assolati o molto caldi, siano essi al mare, al lago o in montagna. Sono luoghi in cui, come tutti gli altri, si avrebbe l’ispirazione di farsi un bel tuffo in acqua o starsene tranquilli all’ombra. Invece, viene richiesta una quasi continua attività di animazione comprensiva di balletti e giochi. Non ultima, occorre una forte voce per farsi sentire da tutti e possibilmente la capacità di esprimersi in più lingue. Oltre all’inventiva e alla professionalità, alla simpatia e al sorriso instancabile (almeno in apparenza), spesso è necessario fare rapporto all’azienda o associazione cui si appartiene quasi costantemente inviando foto e video, senza ovviamente ledere la privacy degli ospiti della struttura per cui si lavora. Tutto questo per cifre abbastanza modiche, soprattutto se considerate le spese per l’apposito abbigliamento, lo spostamento sul luogo di lavoro e magari l’alloggio, non sempre coperte dai datori di lavoro. Talvolta si parla anche solo del minimo ritenuto legale per uno stage, ovvero i fatidici 400 euro mensili. Alla fine dei conti non si capisce bene cosa queste persone abbiano guadagnato dalla propria estate, se non (se fortunati) fugaci amicizie con colleghi o ospiti. Arrivati a settembre i neo lavoratori si ritroveranno nuovamente disoccupati fino a maggio dell’anno successivo. Davvero qualcuno se la sentirebbe ancora di criticare chi preferisce evitare questo lavoro o chi non se la sente di intraprendere questa strada nuovamente?

Non fraintendiamo: si tratta di un lavoro bellissimo, che potrebbe dare molta gioia e soddisfazione. Avrebbe solo bisogno di maggiori riconoscimenti del proprio valore e di maggiore umanità nella sua organizzazione. Discorsi, questi, che chiaramente valgono per le mille professioni stagionali che ci circondano in questo periodo: bagnini, gelatai e albergatori solo per citarne altri. Nessuno di loro va dimenticato, in particolare nel momento in cui ce li avremo davanti, caldo o temporale che sia, mentre ci servono una coppetta di gelato, ci aprono la porta dell’hotel o ci ammoniscono col fischietto mentre sguazziamo in piscina.

Meriterebbero un altro articolo solo per loro, infine, gli operai della strada e coloro che lavorano tutto l’anno per dare quella continuità necessaria alla vita comune (gli ospedali non chiudono mai!). Certo, è fastidioso trovare la strada bloccata da un semaforo che regola un senso alternato per dei lavori provvisori. Eppure, se il manto stradale fosse danneggiato sarebbe molto più pericoloso e ci creerebbero molti più disagi.

Quindi, un invito a considerare bene ciò che vediamo, le persone che incontriamo durante questo periodo dell’anno in particolare (anche se ciò dovrebbe avvenire sempre). Con una base di rispetto e un paio di considerazioni ragionate capiremo immediatamente quanto siano grandi gli sforzi che stanno compiendo in quel momento e potremo agire di conseguenza.