Italia, giudizio negativo delle agenzie di rating

Un evento ha scosso gli italiani in questi ultimi giorni e rischia di far perpetrare incubi e preoccupazioni anche nei mesi a venire.
Secondo l’agenzia di rating la valutazione dell’Italia è scesa fino a toccare la classe BBB e l’Outlook è passato da stabile a negativo e questa conferma porta vecchi e nuovi timori nel panorama nazionale.
Ma che cos’è un rating e perché è importante?

Il rating è un giudizio decretato da un ente esterno ed imparziale che determina la stabilità di una società che emette obbligazioni o, in questo caso, di uno stato, al fine di decretare se quest’ultimo possa essere in grado di ottemperare ai propri debiti.
Oltre a questa tipologia di rating, emessi sul debito dell’impresa, vi sono poi valutazioni, chiamate rating di credito internazionale, atte a stabilire la quantità di rischi che un investitore corre nel trasferire i titoli appartenenti ad un altro stato nella valuta del suo paese di provenienza. Solitamente per poter decretare un giudizio  le agenzie di rating valutano non solo i bilanci e le spese dell’ente in questione, le sue risorse, i suoi guadagni e le sue perdite, ma anche la sua affidabilità e la sua credibilità in funzione dei progetti pianificati per il futuro.

La classifica messa in atto dalle agenzie di rating contempla tre grandi giudizi. La classe AAA rappresenta la valutazione migliore e sta ad indicare che l’azienda in questione è talmente sicura da garantire il massimo grado di solvibilità. La classe peggiore, invece, è la D, nel caso della classifica di Standard & Poor’s, o la C, nel caso di Moody’s, che sta ad indicare che la società in questione deve essere considerata come insolvente.
Mentre nel caso della classe BBB, l’ente in questione viene considerato relativamente sicuro, ma la sua collocazione è in bilico e tenuta costantemente d’occhio. Il motivo di tale preoccupazione è chiaro: se il livello si abbassasse la società, o in questo caso un governo nazionale, potrebbe andare incontro ad un possibile futuro pericolo di insolvenza dei propri debiti.

Che cos’è allora un Outlook? Questo termine inglese invece, sta ad indicare la stima dei rating futuri, solitamente della durata di due anni, di una nazione o di una società. Quando questo valore passa da «stabile» a «negativo» ciò sta a significare che le previsioni future non sono rosee e che, se la situazione dovesse rimanere invariata, il rating corrente potrebbe svalutarsi molto.
Il problema e le preoccupazioni che in questi giorni stanno investendo l’Italia risultano dunque chiare.

Secondo l’agenzia di rating Fitch il problema dell’Italia risiede in primis nel debito, che rimane tutt’ora oltremodo elevato e che potrebbe portare a capofitto il paese in caso di improvvisi shock economici.
Tra le altre preoccupazioni vi sono la «natura nuova e non collaudata del governo, le considerevoli differenze politiche fra i partner della coalizione e le contraddizioni fra gli elevati costi dell’attuazione degli impegni presi nel contratto di governo e l’obiettivo di ridurre il debito pubblico». Soprattutto ciò che spaventa gli investitori è la precarietà di questo governo che oscilla da mesi tra incomprensioni e che sembra non avere una linea stabile e certa.
Inoltre lo spread, ovvero la differenza tra il rendimento dei titoli di stato italiani e tedeschi, è tornato a toccare un picco pari a 300 punti base.

Secondo il contratto di governo le prossime manovre dovrebbero essere la flat tax ed il reddito di cittadinanza, ma il piano con il quale si ha intenzione di metterle in atto, in questo clima di incertezza, non è ancora chiaro.
L’economia corrente non sembra incoraggiante, dato che il Pil, ovvero il prodotto interno lordo, è risultato pari solamente allo 0.2% , presentandosi diminuito dello 0.1% rispetto ai due trimestri precedenti, che hanno segnato una crescita dello 0.3%.
L’obiettivo, secondo Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, sarebbe quello di raggiungere il 2% o il 3%, anche a costo di sforare il tetto del 3%.

Una data da tenere a mente nel calendario è il 27 settembre, data limite entro il quale il governo deve presentare il Def, documento di economia e finanza, nel quale sarà decretato il deficit previsto per il 2019 e in merito del quale il premier Conte ha ammesso che «ovviamente c’è attesa che venga definito il Documento di economia e finanza del governo e che gli impegni di bilancio per il prossimo anno siano rispettati e le riforme strutturali già annunciate siano attuate. Siamo certi che ci saranno valutazioni integralmente positive, senza alcuna riserva, non appena questi impegni verranno ufficializzati nel documento del governo in preparazione che confermerà l’impegno a proseguire nel percorso di riduzione del debito italiano, come peraltro già più volte comunicato, a realizzare efficaci prospettive di crescita economica e di sviluppo sociale del Paese».
Altri due giorni che possono essere considerati come il giorno del giudizio per l’Italia sono il 26 ottobre e il 31 ottobre, nei quali sarà decretata la classifica delle due agenzie di rating più importanti nel panorama economico Standard & Poor’s e Moody’s.

Non ci resta che aspettare le prossime stime economiche per confermare tutti i timori sopraggiunti ed è chiaro che la situazione non sembra rosea, tuttavia si spera che chi di dovere corra ai ripari per risolvere la situazione.