Fake news alla corte di Sissi

La fiction che diventa fake news

Pensa sempre a questo: quando nella vita avrai dolori o preoccupazioni, va’ come ora ad occhi bene aperti per il bosco, e da ogni albero, da ogni cespuglio, da ogni fiore e da ogni animale, la potenza di Dio ti verrà incontro dandoti forza e consolazione.

La Principessa Sissi, un film diretto da Ernst Marischka, 1955

I fan dei cosiddetti Period Drama avranno riconosciuto subito l’incipit di questo articolo: è, in effetti, una famosa frase pronunciata dall’attore Gustav Knuth nel film del 1955 La principessa Sissi. Grazie a questa trilogia di pellicole, firmata Ernst Marischka, si è costruito, ancor più di prima, il confuso mito di Elisabetta di Baviera, meglio nota al pubblico medio come, appunto, Sissi. 

Ma quanto c’è di vero in questi film? Quanto la storia ha lasciato spazio alla fiction? E in che modo hanno modificato la nostra percezione su questo controverso personaggio?

Ebbene, se è vero che «la funzione dell’arte è quella di reggere lo specchio alla natura», è altrettanto vero che spesso l’arte si prende troppe licenze poetiche e rischia di falsare il dato oggettivo, quello storico, l’aspetto che mi propongo di esplorare nei miei articoli.

Dunque, sedetevi comodi, prendete i popcorn o lo snack che più vi aggrada e fate attenzione: niente è così complesso come la verità.

La vita, quella vera, di Elisabetta

Elisabetta Amalia Eugenia di Wittelsbach, in famiglia nominata Sisi e nota, poi, al pubblico come Sissi, nasce il 24 dicembre 1837 a Monaco di Baviera dal duca Massimiliano Giuseppe di Baviera e da Ludovica di Baviera.

La famiglia di Elisabetta, o almeno il lato materno, fa parte del ramo principale della famiglia reale, ma né lei né i fratelli e le sorelle partecipano alla vita di corte: crescono lontani dal palazzo, fino a quando nel 1853 la madre Ludovica e la zia, l’arciduchessa Sofia, madre dell’imperatore Francesco Giuseppe, organizzano un incontro a Ischl, per combinare un’eventuale unione tra il monarca e la primogenita di Ludovica, Elena. Ludovica si porta dietro anche Elisabetta e l’incontro avviene, ma Francesco si infatua di Elisabetta, anziché di Elena, e decide di sposarla: dopo mesi di contrattazioni e di tentativi di colmare le lacune dell’istruzione della giovane, i due convolano a nozze il 24 aprile 1854.

I primi anni di regno per Elisabetta vengono costellati da continui dissapori con la suocera, l’arciduchessa Sofia, e con la malinconia che spesso destabilizzava la giovane imperatrice: non essendo esperta dei costumi e dell’etichetta che si richiedeva alla corte di Vienna, le prime due figlie di Francesco ed Elisabetta vengono cresciute quasi completamente dalla nonna paterna. Quando Elisabetta fa valere i suoi diritti di madre e decide di portare con sé le figlie in un viaggio di Stato in Italia, la più grande, Sofia, muore improvvisamente e l’imperatrice cade in un forte stato di senso di colpa.

Gli anni successivi non risultano più semplici, a causa dell’instabilità dell’impero, della seconda guerra d’indipendenza e della sempre più ingestibile insofferenza di Elisabetta nei confronti della corte, cosa che la porta sempre più spesso a disertare gli impegni ufficiali, facendo sfigurare l’imperatore, suo marito. Negli anni successivi Elisabetta sviluppa una forma di anoressia nervosa e subisce molti lutti, tra cui quello del figlio erede al trono, che la gettano sempre più nello sconforto. L’imperatrice muore a Ginevra il 10 settembre 1898 a causa di un attentato, forse anarchico: un uomo le avrebbe, infatti, trafitto il cuore con una lima nascosta in un mazzo di fiori.

Oltre il mito, oltre Romy Schneider

É bene chiarire subito a tutti i fan di Romy Schneider che, ahimé, la figura di Elisabetta regalata dai film è, quasi completamente, falsa. Innanzitutto, già nei titoli delle pellicole vi è un errore piuttosto grossolano: Elisabetta non ha mai avuto il titolo di «principessa», né prima né dopo il matrimonio con Francesco: ella, infatti, nasce duchessa in Baviera e successivamente diventa Imperatrice d’Austria, ma mai è esistita in realtà una “principessa Sissi”.

Viene inoltre promossa un’immagine felice della famiglia bavarese della giovane imperatrice, vengono mostrati i genitori di lei estremamente innamorati e, sebbene in disaccordo su alcune questioni, tutto sommato soddisfatti della gestione della casa e dei figli. In verità Ludovica e Massimiliano erano ben lungi dall’essere una coppia armoniosa: lui aveva relazioni extraconiugali e più di un figlio illegittimo, trascurando sia la moglie sia i figli, sui quali si riversava praticamente solo l’educazione e l’attenzione materna.

Questo matrimonio così discontinuo tra i genitori ha creato in Elisabetta un terrore lacerante, che si è esacerbato nel momento in cui sono iniziati a spuntare fuori i tradimenti del marito, l’imperatore Francesco Giuseppe. Anche la loro coppia, a differenza del film, era tutt’altro che felice: per quanto l’imperatore fosse all’inizio sinceramente innamorato della moglie, le continue sceneggiate pubbliche e le frequenti scappatelle di lei dalla Corte hanno reso il matrimonio complicato. Complici anche le beghe politiche e i dolori personali, i due consorti reali hanno vissuto, sopratutto gli ultimi anni, praticamente separati. Elisabetta, poi, si è dimostrata nel tempo non solo una scadente imperatrice, ma anche una madre assente. Se da principio le era stato impedito di crescere i propri figli, negli anni avvenire la sovrana ha completamente disertato il suo ruolo materno, presa sempre dai suoi malumori e dalle sue frequenti crisi depressive.

Elisabetta aka Sissi 

Oltre alla già ampiamente nominata trilogia dei film di Marischka, la figura di Sissi viene reinterpretata in ben 28 pellicole, una delle personalità più rappresentate nella storia dei media proprio per la sua complessità, che va ben oltre la ragazzina ingenua dei film degli anni cinquanta.

Elisabetta, ad esempio, è stata nuovamente interpretata dalla Scheider nel film Ludwig di Luchino Visconti, risalente al 1972, dove l’imperatrice ha un ruolo più realistico e meno disincantato.

Sono state, inoltre, create alcune serie tv, la più recente uscita nel dicembre 2021 su Canale 5: la trama in questa trasposizione lascia molto a desiderare, perché è ben lontana dalla realtà storica, è ricca di anacronismi e di modernità che nulla hanno a che vedere con la corte viennese del XIX secolo. Lo scorso 29 settembre, poi, è uscita per Netflix un’altra serie televisiva su Sissi, l’Imperatrice, che mi riprometto di osservare, sperando di trovare un prodotto all’altezza delle mie aspettative, sebbene comprenda la necessità di romanzare e di attrarre il pubblico attraverso l’uso della fiction. Se somigliasse in termini di resa storica, ad esempio, alla serie The Crown sulla regina Elisabetta II, sarei più che soddisfatta.

Se, invece, si va alla ricerca della realtà storica, non si possono non nominare i lavori di Piero e Alberto Angela, che hanno portato sulla schermo, per la Rai, rispettivamente due documentari: il primo per Quark, La vera storia della principessa Sissi, il secondo per il documentario Ulisse – il piacere della scoperta, Alla corte di Sissi.

Dunque, sebbene sia vero che Sissi abbia vissuto una vita difficile e anche a questo fossero dovuti i suoi malumori, la famosa imperatrice aveva, però, ampiamente contribuito a rendersi poco amabile e a non prendere sul serio il proprio ruolo: questo le ha portato la fama di ribelle e viene amata dal pubblico medio perché se ne fa un’idea romantica e fantasiosa. Purtroppo accettare un ruolo tanto importante comporta delle responsabilità, che Sissi non si è mai presa, e, aggiungo, non hai mai voluto prendersi.