Le Europee fondamentali per il futuro del Governo

In queste settimane si sono aperte diverse questioni che possono mettere a dura prova la tenuta del governo gialloverde e, nonostante Salvini e Di Maio continuino a sostenere che l’esecutivo non corra rischi, è evidente che ogni scelta può rivelarsi un boomerang per la maggioranza.

Il processo a Salvini sulla nave Diciotti è una questione delicatissima, soprattutto per il Movimento 5 stelle. Se in un primo momento lo spavaldo ministro dell’Interno sosteneva che non avrebbe avuto alcun problema ad andare davanti ai giudici, adesso che la questione si fa decisamente più concreta, è lo stesso Salvini a chiedere che il Parlamento voti contro la richiesta di autorizzazione a procedere presentata dai magistrati di Catania.
In soccorso al Ministro sono subito arrivati gli amici, nonché alleati, Meloni e Berlusconi; mentre la prima sostiene che Salvini ha tutelato gli interessi nazionali, il secondo ha ritirato fuori la solita storiella dei magistrati politicizzati. È ovvio che per salvare Salvini non sono sufficienti i voti di Forza Italia e Fratelli d’Italia, ma determinante sarà la scelta che faranno i grillini. Proprio per il Movimento la questione è a dir poco spinosa: se dovessero optare per l’immunità, smentirebbero in un attimo tutto quello contro cui hanno combattuto negli ultimi dieci anni; se invece dovessero votare a favore dell’autorizzazione a procedere, a quel punto il Governo rischierebbe seriamente di saltare e molti 5 stelle non verrebbero ricandidati per la regola interna dei due mandati. Ed è proprio qua che il M5S sembra essersi spaccato, se da un lato ci sono quelli che sostengono che la questione Salvini sia diversa dalle altre volte (what?!), dall’altro c’è una frangia di irriducibili che vuole mantenere ben salda la linea sempre adottata in passato. Qualunque sia la scelta ci saranno delle importantissime ripercussioni e se il Movimento non vuole perdere la sua credibilità, oltre che una valanga di elettori, deve scegliere la strada del duri e puri, a costo di mettere a rischio la tenuta del Governo.

Altra questione estremamente delicata riguarda la Tav. È arrivata l’attesissima analisi costi-benefici e, come ormai si sapeva da tempo, la commissione di esperti ha ribadito che la grande opera non serve a nulla ed è solo una perdita per le casse dello Stato.
Dell’analisi hanno parlato tutti, senza però confutare un solo numero. Ci siamo abituati, in Italia si fa così.
Anche in questo caso, però, le divergenze tra Lega e 5 stelle vengono fuori: se Salvini, e tutto il centro-destra, sostiene la Tav, i 5 stelle si sono sempre schierati contro. È evidente che se la scelta che farà il Movimento sarà determinante, se dovessero cedere alla Lega, la credibilità di Di Maio e compagnia non sarà molto maggiore di un Renzi post 4 Dicembre, o 4 Marzo (a voi la scelta).

Infine, le elezioni regionali in Abruzzo hanno avvalorato quanto i sondaggi dicevano da tempo: una Lega fortissima e un Movimento 5 stelle in forte calo.
Il voto abruzzese non si può certo generalizzare su scala nazionale, ma mostra la chiara piega che si sta delineando. Il centro-destra, di cui Salvini è evidentemente l’unico leader, è sempre più forte. La Lega ha inglobato praticamente tutta FI e una parte di elettorato 5 stelle. I grillini, inoltre, perdono probabilmente anche buona parte dei delusi di sinistra.
Senza voler entrare nel perché delle cose ( e qui forse il Movimento 5 stelle farebbe bene a farsi due domande, soprattutto per quanto riguarda l’alleanza con la Lega), pare lampante che, rispetto al 4 Marzo, Salvini acquisisca un peso sempre maggiore all’interno del Governo, mentre Di Maio pare essere un pugile all’angolo.

In tutto questo quadro, determinanti saranno le elezioni europee: se Salvini riuscirà a fare il pieno di voti, allora potrà far cadere il banco e a quel punto un governo a marchio centro-destra con Salvini-Berlusconi-Meloni ce lo becchiamo per i prossimi 10 anni (con Berlusconi nuovo Tutankhamon).