Lecca lecca di tutto il mondo, unitevi

Dall’Unità numero 1, anno 92, 30 giugno 2015

«#AntimafiaCapitale» (apertura del giornale).
«Se c’è mafia capitale noi dobbiamo diventare anti mafia capitale» (Matteo Orfini, presidente del Pd).
«Non dobbiamo avere paura di di sfidare i clan» (Matteo Orfini).
«Abbiamo riconosciuto i nostri errori, li abbiamo corretti e oggi stiamo facendo fino in fondo il nostro dovere. Nessun altro può dire lo stesso: non certo la destra responsabile dello sfascio, né il qualunquismo a 5 stelle sempre pronto a evocare la legalità, ma sempre assente quando dalle parole si deve passare ai fatti» (Matteo Orfini).

unità

Umberto Ranieri su Giorgio Napolitano
«Compie 90 anni in buona salute, impegnato alacremente su vari fronti di ricerca e di studio, attento come sempre alle sorti del paese».
«Figlio del XX secolo, Giorgio Napolitano ha condiviso passioni e convinzioni di un secolo che Eric Hobsbawn con un eccesso di pessimismo definì il secolo degli estremismi».
«Molte speranze a fine della guerra fredda si sono dimostrate vane. Napolitano ne è consapevole e tuttavia come è nel suo stile di pensiero non indulge a pessimismo o sconforto».
«La dote di Giorgio Napolitano è la tenacia. Essa si accompagna al senso degli interessi generali del Paese, al rispetto verso gli avversari, alla sobrietà».
«Sobrietà, un valore straordinario in un tempo di narcisismi esasperati. Non a caso il verso che egli ama è quello di Eugenio Montale negli Ossi di Seppia: “Avrei voluto sentirmi scabro ed essenziale/siccome i ciottoli che tu volvi”. Come è noto Napolitano ama profondamente la poesia».

Gli editoriali

Erasmo D’Anunitagelis
«(I “diffusori porta a porta domenicali”, ndr) torneranno a bussare, con gli “amici dell’Unità”».
«Non bisogna consultare i sondaggi demoscopici per capire quanto (l’Unità, ndr) mancava all’Italia e alla sinistra italiana».
«Grazie al Pd, che di anni ne ha appena otto ma si è già caricato sulle spalle l’Italia presa in liquidazione».

Matteo Renzi
«Cara Unità, ben tornata a casa tua. Ma casa tua significa soprattutto le case degli italiani, le feste che hanno il tuo nome. Casa tua è l’Italia, semplicemente».
«Da quando ci hai momentaneamente lasciato un anno fa l’Italia sta meglio: è tornata a farsi sentire la crescita, sono cresciuti i posti di lavoro e sappiamo quanto questo sia importante per te e per il tuo popolo».
«Chi è forte, non ha paura».
«L’apostrofo verde nel bianco e nel rosso (molto rosso!) della testata dicono che noi vogliamo bene all’Italia. E agli italiani».