A 91 anni dal Nobel: chi era Luigi Pirandello?

L’8 novembre di 91 anni fa Luigi Pirandello vinceva il premio Nobel per la letteratura conferitogli dall’accademia di Svezia per «il suo audace e ingegnoso rilancio dell’arte drammatica e scenica.
Pirandello fu un abile scrittore, drammaturgo e poeta italiano. Le sue opere riflettono il suo tempo, in cui la nascita della psicanalisi poneva al centro di numerose ricerche la scoperta dell’io e le innumerevoli sfaccettature della vita.

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È la molteplicità il tema cardine di romanzi importanti come Uno, nessuno e centomila, L’esclusa, passando per il capolavoro Il fu Mattia Pascal. Tuttavia è nel teatro che Pirandello trova la sua massima espressione soprattutto con l’opera teatrale Sei personaggi in cerca d’autore, grazie alla quale vince l’ambito premio.
L’autore riesce a rompere tutti gli schemi imprescindibili del teatro – ancora incatenato alle regole aristoteliche –, mescolando realtà e finzione, infrangendo cosi la teoria del doppio, secondo cui esistevano due dimensioni: realtà, ció che realmente prova l’uomo e finzione ciò che l’uomo stesso decide di mostrare alla società, ma anche realtà come pubblico di uno spettacolo teatrale e finzione come lo stesso spettacolo. L’«infrazione» di cui l’Autore si fa portavoce è ancora un esempio per attori e registi a noi contemporanei. È l’urlo straziante di Pirandello che vuole far capire al mondo come nessuno sia in grado di capire fino a fondo le sensazioni personali di ciascun individuo costretto a mostrarsi per come la società richiede.
Vissuto in un periodo storico-culturale profondamente segnato dalla crisi, Pirandello realizza un pensiero personale critico-umoristico della realtà umana, manifestando il bisogno di rappresentare il disagio esistenziale che affliggeva la società borghese post-risorgimentale.
Lo scrittore, dunque, conduce una riflessione sullo stato di confusione in cui si ritrova l’individuo dinnanzi ad una vita che gli appare mutevole ed insidiosa e che lo costringe ad essere diverso in base alle situazioni (Uno, nessuno e centomila). Arriviamo alle Maschere e all’affermazione che la società contemporanea, corrotta e disincantata, impone all’uomo dei comportamenti necessari per permettere la convivenza, opprimendo così la personale e reale essenza di ciascun individuo che può creare disagi interiori, alle volte disturbi di personalità ed insoddisfazione non difficili da immaginare, forse addirittura potremmo affermare che questo sia il motore della nostra società e la radice della nostra psicanalisi.