Parla un sindacalista: «Se operai non tutelati, sarà sciopero»

Tutta Italia sta attraversando una fase complicata dovuta alla pandemia da nuovo Coronavirus. Molte attività lavorative sono state sospese, ma ancora numerose sono quelle in atto. Tra queste, le fabbriche. Per sapere qualcosa in più su ciò che sta succedendo in queste realtà, abbiamo raggiunto telefonicamente un sindacalista di Alba (Cn). Il suo nome è Zeno Foderaro, fa parte della Flai Cgil ed è un dipendente della Ferrero.

Qual è la situazione negli stabilimenti italiani?

Nelle fabbriche italiane le organizzazioni sindacali, con le RSU in prima linea, stanno chiudendo accordi relativi alla sicurezza: dai DPI (dispositivi di protezione individuale), controllare che siano garantite le distanze per evitare i contagi ecc…
Dove questo non è possibile, dove l’azienda non vuole confrontarsi sulla tematica o semplicemente non fornisce nessun tipo di strumento per combattere la pandemia in corso, i lavoratori hanno scioperato.

Quali sentimenti si percepiscono tra gli operai?

Il clima è quello che si respira nella maggior parte delle famiglie, preoccupazione per i propri affetti. Alcuni degli scioperi sono stati indetti anche perché Conte si era dimenticato degli operai nell’ultimo decreto.

I sindacati stanno trattando con gli imprenditori? In Ferrero, nello specifico?

Nelle aziende sindacalizzate vi è nella maggior parte un coinvolgimento delle rappresentanze sindacali, per confrontarsi sui temi di cui parlavo prima.
Alla Ferrero di Alba abbiamo firmato un accordo che prevede la sospensione del 50% delle attività, l’utilizzo dello Smartworking per gli impiegati, il raddoppio dei pullman per garantire le distanze di sicurezza, così come da decreto ministeriale, raddoppio degli ingressi in stabilimento, ecc…

Prevedete uno sciopero se non otterrete la chiusura delle fabbriche?

Al momento non è previsto uno sciopero generale. Nella notte si è raggiunto un accordo tra Governo, Confindustria e Cgil, Cisl e Uil, dove con molta fatica abbiamo dichiarato i nostri dubbi su come il sistema paese stava gestendo l’emergenza per le persone che noi rappresentiamo: i lavoratori. Abbiamo richiesto estensione degli ammortizzatori sociali e il divieto di licenziamento. Siamo in attesa del nuovo testo per valutarne l’efficacia.

Dove finiscono le responsabilità degli imprenditori e dove iniziano quelle del Governo?

Sulle gara delle responsabilità è complicato esprimersi, soprattutto ad emergenza in corso. Una cosa però è certa: l’emergenza che stiamo vivendo fa venir fuori tutte le contraddizioni di questo sistema basato sul consumo e sul profitto. La vita di un lavoratore vale meno del profitto di un imprenditore? Qual è il limite? Forse la Costituzione può dare una risposta.
I problemi più gravi sono iniziati quando l’economia ha preso possesso e controllo della politica.
Lo Stato deve garantire prima di tutto la salute di ogni individuo e non il profitto.
Vigileremo affinché tutti i protocolli di sicurezza siano rispettati, altrimenti, di concerto con i lavoratori, dichiareremo sciopero, ma soprattutto continueremo a lottare per un sistema che metta al centro la vita dei molti rispetto al profitto di pochi.