«Il peso dei segreti», storia di una famiglia giapponese

Il peso dei segreti
Aki Shimazaki
Feltrinelli – 2016 – 19 euro

9788807032103_quartaNata in Giappone nel 1954 ma residente in Canada dal 1991, Aki Shimazaki ci regala un grande romanzo storico pieno di segreti. La storia non è centrale nella narrazione pur influenzando non di poco le vicende: per tutta la vita Yukiko ha dovuto tenere un terribile segreto che confesserà solo con una lettera lasciata alla figlia dopo la morte: il 9 agosto 1945, poco prima che venisse sganciata la bomba atomica su Nagasaki, ha ucciso suo padre. In Il peso dei segreti l’invenzione narrativa si intreccia con altre vicende storiche: la seconda guerra mondiale in Giappone, i conflitti con la Corea, il terremoto del 1923. In questo modo la Shimazaki traccia un ritratto a volte impietoso della società nipponica, piena di contraddizioni ed estremamente legata alle sue tradizioni. Alla decisione con cui l’Autrice descrive gli uomini, si contrappone la delicatezza e l’eleganza con cui parla della natura, elemento sempre presente nel romanzo.
Un libro molto particolare sia per il distacco con cui vengono raccontate le vicende, sia per il particolarissimo stile della Shimazaki: frasi brevissime tanto da dare l’impressione di leggere un telegramma. E questo crea una sorta di cortocircuito nella mente del lettore. Questo l’incipit: «Piove da quando mia madre è morta. Sono seduta accanto alla finestra che dà sulla strada. Aspetto l’avvocato di mia madre nel suo studio, ci lavora solo una segretaria. Sono qui per firmare tutti i documenti relativi all’eredità: il denaro, la casa e il negozio di ori di cui lei si occupava dalla scomparsa di mio padre. Se lo è portato via un cancro allo stomaco sette anni fa. Sono figlia unica e sola erede legittima».
Il risultato è che il Peso dei segreti è un romanzo imponente, impegnativo ma un prodotto di grandissima qualità letteraria: una vicenda familiare basata appunto su dei terribili segreti inconfessabili. Mutatis mutandis, stiamo parlando di qualcosa che ricorda i Buddenbrook di Thomas Mann, un’epopea familiare che riesce a prendere il lettore dalla prima all’ultima pagina.