«Povera patria», storia di un murales siciliano

Specchio di contraddizioni,
un paese che si muove inesorabilmente al contrario

Quando il Comune di Petrosino (Trapani) mi ha selezionato come uno degli otto street artist a partecipare al concorso «Art’s Oasis» con il compito di decorare una parete dell’antico paese siciliano, ho subito pensato di omaggiare un rtista di quella terra, e soprattutto contemporaneo. Il pensiero è andato immediatamente al maestro Franco Battiato di cui tanto abbiamo parlato negli ultimi anni con il comune amico e musicista Morgan.

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Stimo Battiato non solo per la sua musica ma anche per il suo pensiero, amo di lui l’intellettuale e l’umanista, non solo il sublime musicista. Trovo in lui i tratti del genio e del guru che avrebbero potuto portarlo a fare mille altre cose, non solo la musica, con lo stesso successo e bravura. Amo molti dei suoi brani rimasti ormai nella memoria di tutti, ma in particolare una sua canzone che mi ha sempre colpito e che ho trovato adatta per questo mio murales: Povera Patria. Una canzone amara e malinconica con forti connotazioni politiche che rappresenta perfettamente la mia idea dell’Italia degli ultimi decenni e la visione sociale che mi ha spinto a esprimermi liberamente con i miei stencil 5 anni fa a Roma a casa dell’amico Stefano Disegni.
La vista del murales arrivando con la macchina dal centro di Petrosino per uscire verso il mare, è a senso inverso, da destra a sinistra e infatti la prima lettera che appare avvicinandosi è una A volutamente al contrario, l’inizio di un gioco di specchi e di inversioni che caratterizzano questa mia opera. La parola «patria» segue la A e si trasforma in «povera» al contrario, con le due P a specchio al centro formando una sorta di logo, quasi una lettera greca, o un elemento simbolico di una misteriosa tabella empirica. Le due P sono la chiave di volta dell’intera opera, i due ritratti del Maestro ai fianchi della parete riflettono i volti a simboleggiare le due personalità, quella ottimistica e quella pessimistica della canzone. `Non cambierà, non cambierà, sì che cambierà, vedrai che cambierà». La figura centrale è quella di una giovane donna che guarda al future con sguardo incerto sovrapposta quasi schiacciata dal logo ufficiale della Repubblica italiana. È lei la Repubblica italiana, è lei la Povera Patria della canzone e la mia modella anche in questo caso come nella mia recente opera «Neurope» è Lucia Nicolini, una giovane di Roma emigrata a Los Angeles, quasi scappata da questa Patria ingrata e indifferente ai problemi dei giovani. I colori dell’opera sono quelli della bandiera italiana, e il carattere e lo stile sono solenni e commemorativi ma con un taglio moderno e grafico. È stato un piacere nonostante la dura fatica e le lunghe ore passate sotto il sole o nel silenzio della notte, nella settimana che mi è servita per realizzarla, e un grande onore essere ora parte permanente del paesaggio di questo comune virtuoso della grande terra siciliana.