La Santa Sede pagò per nascondere Emanuela Orlandi?

A 34 anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi, la 15enne residente in Vaticano sparita nel nulla il 22 giugno 1983, e a un anno e mezzo dall’archiviazione dell’inchiesta in Cassazione, il giornalista dell’Espresso Emiliano Fittipaldi (autore di Avarizia e di Lussuria, editi entrambi da Feltrinelli) pubblica Gli impostori, un altro libro di inchiesta basato su alcuni documenti shock, la cui veridicità è comunque dubbia, secondo cui la Santa Sede fino al 1997 avrebbe pagato molte spese per l’«allontanamento domiciliare» della ragazza.
«Ho trovato un documento uscito dal Vaticano. Ci ho lavorato mesi, e ho pubblicato un libro, Gli impostori, che uscirà tra qualche giorno», spiega Fittipaldi su Facebook. E continua: «Leggendo il resoconto (delle spese, ndr) e seguendo le tracce delle uscite della nota che l’estensore attribuisce al cardinale Lorenzo Antonetti, sembra che il Vaticano abbia trovato la piccola rapita chissà da chi, e che abbia deciso di “trasferirla” in Inghilterra a Londra. In ostelli femminili. Per 14 anni le avrebbe pagato “rette, vitto e alloggio”, “spese mediche”, “spostamenti”. Almeno fino al 1997, quando l’ultima voce parla di un ultimo trasferimento in Vaticano e il “disbrigo delle pratiche finali”. Delle due l’una: o il documento è vero, e apre squarci clamorosi e impensabili sulla storia della Orlandi. O è un falso, un apocrifo che segna una nuova violenta guerra di potere fra le sacre mura». Si tratterebbe di una spesa non indifferente, quella sostenuta dalla Santa Sede: 483 milioni di lire.