Sui fatti di Macerata ha ragione Saviano

Ha ragione Roberto Saviano quando dice che riguardo ai fatti di Macerata si debba parlare di atto terroristico e non di follia. Le premesse e le finalità di quell’atto non lasciano dubbi. Esattamente come un terrorista dell’Isis, carico di una fetida ideologia, Traini si è vendicato colpendo a caso su della gente innocente la cui unica colpa era quella di avere la pelle nera.
Ha ragione Roberto Saviano quando dice, con una speculazione intellettuale, che il mandante morale di questa strage sia Matteo Salvini. Non per le sue idee sull’immigrazione, ma, come dice lo stesso scrittore, per «le sue parole sconsiderate». E per accorgersi di ciò basta leggere i post della sua pagina facebook, coi quali, per guadagnarsi una manciata di voti in più, esaspera gli animi di migliaia di persone che spesso sono o si sentono in difficoltà.
Il pericolo è che a forza di eccitarle una di queste possa un giorno esplodere e compiere gesti sconsiderati. Non è da escludere che ciò non sia successo proprio con il signor Traini, che non a caso è stato un candidato della Lega salviniana. Se Salvini vuole vincere le elezioni sui temi dell’immigrazione e della sicurezza, perché pensa che le cose così non vanno bene, lo faccia pure ma cambi i toni o il rischio che eventi come questi si ripetano aumenterà.
Saviano invece sbaglia quando parla di «pericolo mortale per la tenuta democratica». In che modo Salvini rappresenterebbe un pericolo per la democrazia? I suoi toni sbagliati non possono essere una prova sufficiente. Né le sue promesse elettorali scavalcano i principi democratici o la costituzione. Anzi, che ci sia qualcuno che sull’immigrazione la pensi in maniera diversa da Saviano è sintomo di pluralità e quindi di democrazia.
D’altronde di immigrazione (come di altre importanti tematiche) non si può parlare liberamente perché si corre il rischio di passare, a secondo dei punti di vista, da buonista comunista a fascista ignorante. Questo è il vero pericolo, una vera e propria deriva culturale che vede persone su fronti opposti incapaci non solo di comprendersi e di dialogare, ma anche di mettere in discussione le loro stesse convinzioni, di informarsi, di leggere e che invece preferiscono affidarsi a pacchetti preconfezionati. O peggio, rimanere totalmente indifferenti, astenersi e fregarsene.