Testimonianza dalla Grecia: «Ottima gestione, ma non dimentichiamo i danni dell’austerità»

A marzo, il Governo greco ha imposto il lockdownn per far fronte all’emergenza coronavirus con un un audiomessaggio inviato simultaneamente sui dispositivi cellulari dell’intera popolazione sul territorio nazionale. Da allora in Grecia il tasso di deceduti e contagiati da covid-19 ha registrato valori ampiamente al di sotto della media europea e non solo. A raccontarci di come il Paese stia riuscendo a contenere gli effetti dell’emergenza sono Nikos, studente universitario greco attualmente in Italia, e Eleana, studentessa universitaria in quarantena a Salonicco. 

Dallo scoppio dell’emergenza coronavirus in Europa è sembrato che i Paesi del nord del continente, come il Regno Unito e la Svezia, avessero sottovalutato, almeno in un primo momento, le conseguenze di una diffusione incontrollata del covid-19. In questo scenario la Grecia è stata invece considerata una lodevole eccezione. Qual è la situazione in Grecia? Come ha agito il governo e che restrizioni sono state disposte?

N: La situazione sembra essere sotto controllo. La diffusione del virus non è esponenziale e i decessi registrati sono mediamente 5 al giorno. Le restrizioni imposte sono praticamente identiche a quelle adottate nel resto d’Europa. Scuole e università chiuse, eventi sportivi cancellati, chiese chiuse. La maggior parte delle persone lavora da casa e durante il giorno ogni spostamento non strettamente necessario è vietato. In generale dalle 8 di mattina è stato imposto un coprifuoco.

E: In Grecia, sorprendentemente, la gestione del problema è stata ottima. Quando i primi aerei sono arrivati dalla Lombardia, nessun controllo è stato fatto per trovare persone contaminate, e, onestamente, credevo che sarebbe stata una di quelle situazioni in cui centinaia di vittime avrebbero pagato l’irresponsabilità delle nostre autorità. Tuttavia, nei giorni successivi qualcosa è cambiato. Dopo i primi casi, tenendo conto della situazione del Italia, in cui già il problema era fuori controllo, il nostro governo ha deciso di chiudere tutto. Nonostante dunque in questa situazione si sia agito correttamente, bisogna ricordare che questo è lo stesso Governo che ha cercato negli scorsi anni di smantellare il nostro sistema sanitario pubblico, e adesso, sta sfruttando questa crisi offrendo tangenti a istituzioni private e mezzi di informazione.

Il sistema sanitario greco è stato fortemente danneggiato dai tagli fatti durante la crisi. Immagino che la sua precarietà rappresenti una fonte di non poche preoccupazioni in un periodo di pandemia. Che tipo di azioni sono state disposte per prevenire il collasso del sistema? Ci sono state manifestazioni di solidarietà e supporto, anche economico, da parte di privati cittadini?

N: L’unica misura preventiva adottata è stata quella di imporre rigide restrizioni alla vita sociale fin dall’inizio quando ancora i contagi erano minimi se non del tutto assenti. Il governo ha immesso fondi monetari negli ospedali e nelle strutture cliniche private ma, per quanto riguarda il sistema sanitario pubblico, non ci sono stati particolari aiuti e ciò ha scatenato alcune proteste da parte del personale medico. 

E: La situazione negli ospedali era già pessima. Purtroppo andare in ospedale per i greci diventa spesso una maledizione. File infinite, carenza di prodotti igienici o camere disponibili, dottori stanchi, troppo occupati, a volte anche corrotti. Come sistema era già crollato: non riusciva a prendersi cura dei pazienti prima, figuriamoci durante una pandemia. Purtroppo, come ho già scritto, nessuna misura è presa durante gli anni scorsi per mantenere il nostro sistema pubblico, anzi, i nostri politici lo hanno completamente smontato in nome dell’austerità e della privatizzazione. Ci sono state molte manifestazioni contro le misure adottate in passato, ma ormai la gente è troppo stanca per proseguire, in particolare in questo periodo. Per vedere come i greci reagiranno a questa crisi dovremo aspettare la fine dell’emergenza, anche se non sono positiva che qualcosa cambierà.

Con l’arrivo dell’estate, non è un segreto che il turismo risentirà gravemente degli effetti delle restrizioni sugli spostamenti. C’è paura per le conseguenze sul piano economico? Il governo sta disponendo supporti di qualche genere?

N: Questo è il dubbio più grande per la Grecia. Il turismo non rappresenta solo il settore trainante dell’economia greca ma anche la principale fonte di reddito per quasi metà della popolazione. Le isole greche lavorano solitamente 4-5 mesi all’anno e la loro uniche entrate di natura economica provengono dal turismo. Ad oggi sono stati predisposti esclusivamente sussidi mensili di 800 euro  per i lavoratori autonomi e di 600 euro per disoccupati di lungo periodo. Penso che ci sia ancora speranza che la stagione turistica possa in qualche modo essere aperta ma il grande interrogativo su come il governo sosterrà finanziariamente il settore turistico e la popolazione rimane.

Emergenza coronavirus e informazione. Inizialmente si è denunciata la Cina perché aveva ostacolato la diffusione di notizie e informazioni riguardanti la diffusione del contagio. Recentemente invece diversi governi europei stanno valutando di proporre ai propri cittadini app che favoriscano la tracciabilità del contagio a scapito, forse, della privacy degli stessi. Hai accennato qualcosa sul fatto che anche in Grecia la comunicazione a tema coronavirus non sia del tutto trasparente. Come mai?

E: Uno dei fatti più oscuri e spaventosi di questa crisi, almeno in Grecia, è la carenza di informazione obbiettiva e responsabile. Purtroppo i nostri mezzi di informazione sono di pessima qualità. Intervistatori e presentatori televisivi accettano costantemente soldi dal governo o hanno apertamente rapporti con i membri del partito e farebbero di tutto per coprire alcune verità scomode, prima fra tutte quella riguardante la reticenza del governo ad investire nella salute dei propri cittadini. Inoltre, capita spesso che giornalisti diffondano dati solo approssimativi sul contagio senza che vengano fornite statistiche ufficiali, o che interrompano ospiti nei programmi televisivi qualora questi cerchino di esprimere manifestare dissenso rispetto alla gestione da parte del governo dei fondi destinati al sistema sanitario pubblico.

In Italia l’imposizione delle prime restrizioni ha generato nella popolazione reazioni diverse tra chi si è subito responsabilizzato adeguandosi alle nuove norme e chi, invece, ha tardato ad adattarle in nome della propria libertà. In generale come sta reagendo la popolazione greca a questo periodo difficile? C’è consapevolezza rispetto alla gravità della situazione?

N: La maggior parte della popolazione osserva le restrizioni, alcuni le ignorano completamente. L’imposizione del coprifuoco dalle 8 del mattino è stato interpretato da alcuni come un cattivo presagio: è stata la prima volta dal crollo della dittatura che in Grecia si verificava una situazione simile. Inoltre si è registrato un aumento della violenza da parte della polizia nei confronti dei cittadini. In generale, tuttavia, ritengo che i greci stiano affrontando positivamente questa emergenza, complice il fatto che il contagio sia ancora contenuto e i morti molto pochi. 

E: In generale, la gente è insicura e stufa, ma da quello che so entro i prossimi giorni torneremo alla nostra normalità e allora dovremmo affrontare le conseguenze economiche della pandemia.