Too good to go, l’app anti spreco alimentare che fa bene a esercenti, clienti e ambiente
Fin dall’infanzia, abbiamo ricevuto insegnamenti e rimproveri su quanto fosse prezioso il cibo, per alcuni un dono di Dio, per altri semplicemente il frutto del lavoro dell’uomo. Nonostante questa attenzione, che possiamo anche esemplificare con il sempreverde «Pensa ai bambini in Africa che non hanno da mangiare» rivolto ai piccoli occidentali inappetenti, gli alimenti vengono sprecati e pure in quantità significative.
Solo in Italia ogni persona spreca 27,5 kg di cibo all’anno, mentre lo spreco alimentare di un punto vendita si aggira intorno alle 220mila tonnellate all’anno, che corrispondono a circa 2,89kg all’anno per persona. Questo è il risultato dell’indagine Cibo e innovazione sociale, condotta da Fondazione Feltrinelli in collaborazione con l’Osservatorio permanente Cirfood. In più, la FAO ha stimato che questo fenomeno a livello mondiale produce emissioni di gas a effetto serra pari a circa 3,3 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente: in pratica, se lo spreco alimentare fosse uno Stato, sarebbe al terzo posto tra quelli responsabili delle maggiori emissioni, dopo USA e Cina.
Gli spaventosi dati in oggetto ci illustrano chiaramente che non è solo la famiglia che gestisce male la spesa alimentare a gettare nella spazzatura pane, ortaggi, salumi, ecc., ma anche- e forse non ci pensiamo- i commercianti si vedono costretti a disfarsi di merce facilmente deperibile che il giorno successivo non avrebbe più le caratteristiche necessarie per la vendita.
Ognuno di noi può imparare ad acquistare di meno, solo il necessario per i pasti della settimana, senza farsi attrarre da offerte che possono essere economicamente vantaggiose in apparenza, ma che poi ci vedono travolti dalla sovrabbondanza, soprattutto se viviamo da soli o in un nucleo famigliare modesto. Possiamo inoltre porre più attenzione alle scadenze. Invece gli esercenti come possono muoversi per contrastare questo increscioso effetto collaterale della loro attività?
Too good to go ha formulato una semplice, quanto ben congegnata soluzione. Si tratta di una applicazione comodamente scaricabile sullo smartphone che si pone come fine arginare il fenomeno dello spreco alimentare. La pratica, in realtà, non ha nulla di particolarmente innovativo, ma si ispira a ciò che è sempre avvenuto al mercato: a fine giornata, i venditori fanno calare i prezzi in modo tale da incoraggiare gli acquirenti ed esaurire i beni esposti.
Quest’app, che conta più di 30 milioni di utenti sparsi per il globo, ha digitalizzato questo modus operandi, mettendo in contatto baristi, ristoratori, panettieri, pasticceri, ecc. con i loro potenziali clienti. Quest’ultimi, geolocalizzandosi o cercando un determinato luogo, vedranno comparire gli esercizi commerciali più vicini a loro che in quel momento stanno mettendo a disposizione del cibo che altrimenti sarebbe destinato al sacco nero. La compravendita in questione non solo è etica, dal momento che evita che pagnotte, crostate, broccoli, fragole vengano gettati via, ma è conveniente sia per il compratore che per l’esercente: il primo si porta a casa del buon cibo, ancora fresco, a un prezzo ribassato anche del 66%, mentre il negoziante riesce a salvare parte del proprio guadagno che diversamente perderebbe totalmente.
Di preciso, come ci si accaparra questi affari? Innanzitutto, occorre fare presente che i sacchetti resi disponibili quotidianamente da ogni punto vendita sono pochi, al massimo due o tre. Bisogna, perciò, essere rapidi nel prenotarli, prima che qualcuno lo faccia al posto nostro. Inoltre, il contenuto è una sorpresa, di conseguenza ci vogliono curiosità e spirito di adattamento, ma è comunque possibile segnalare la presenza di allergie. I prodotti si conquistano effettuando un pagamento digitale anticipato. Dopodiché, per il ritiro si deve rispettare la fascia oraria che viene indicata, recarsi sul luogo e, di fronte al commesso, strisciare il dito sull’applicazione per chiudere l’ordine.
Chi vi scrive ha provato tutto ciò (per ora una volta sola) e valuta molto positivamente la sua esperienza. I motivi sono molteplici. In primis, la scoperta di negozi aderenti al progetto anche in una piccola città, che non è scontato, ma soprattutto il rapporto qualità-prezzo, che è molto vantaggioso. Infatti, un pacchetto che originariamente costava 12 euro è stato acquistato per soli 3.99 euro. Al suo interno, si trovavano tre focacce rotonde e tre tranci di pizza di vari gusti, tutto ancora fragrante e dall’ottimo sapore. Insomma, poca spesa, ma tanto buon cibo da gustare con la consapevolezza di aver compiuto un’azione benefica per l’ambiente e anche per l’economia locale.
Se vi è venuta fame e volete anche fare una scelta altruistica, non vi resta che approfittare di queste offerte.
Classe 1995, laureata in giurisprudenza.
Il diritto e la politica sono il mio pane quotidiano, la mia croce e delizia.
Vi rassicuro: le frasi fatte solo nelle informazioni biografiche.