Torna la stagione propizia agli incendi

Torna la stagione propizia agli incendi. Cambierà qualcosa? Quale situazione produsse l’emergenza l’anno scorso? Quali azioni verranno messe in campo stavolta?
Secondo i dati raccolti dalla European Forest Fire Information System della Commissione Europea, nel 2017 si sono verificati 743 grandi incendi.
I dati meteoclimatici hanno riportato temperature massime molto elevate e conseguenti periodi di siccità che hano stressato gli ecosistemi e messo a rischio la conservazione della fauna.
L’Istituto per la Protezione e la Ricerca Ambientale assicura un costante monitoraggio delle variabili climatiche e idrologiche, avvalendosi della collaborazione con gli Osservatori distrettuali.

Ma, oltre ai fenomeni meramente legati al clima, c’è dell’altro?
Per quanto concerne il vesuviano, che è stato una delle zone maggiormente colpite dagli incendi della scorsa estate, si presenta una forte connessione tra criminalità organizzata e degrado ambientale. La popolazione locale, infatti, si sta attivando al fine di prevenire che accada la medesima costa anche questa stagione. Il 16 giugno cittadine e cittadini dell’intera area hanno organizzato un’escursione con una conferenza stampa dal titolo Vesuvio oltre le parole, per mostrare lo status quo del posto e porre l’accento sul rischio incendi, laddove si è verificato un vero e proprio genocidio ambientale.

Strategicamente la prevenzione è necessaria con un piano antincendi serio. Il corpo forestale italiano è stato smembrato ed assorbito dai carabinieri e ne è conseguito un impoverimento delle risorse umane disponibili in questo settore e il passaggio di competenze alla Protezione Civile ha dirottato il tutto verso la gestione dell’emergenza. La legge quadro numero 353 del 21 novembre 2000, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale come legge numero 280, in materia di incendi boschivi, all’articolo 4, alla voce previsione e prevenzione, al comma 5 definisce l’obbligo dei comuni di attuare le misure preventive secondo le attribuzioni stabilite dalle regioni, ma questa è una delle tante leggi inapplicate.
Al fine di farsi sentire, la Rete Civica per il Parco Nazionale del Vesuvio ha inviato tre lettere: una al Direttore generale della Protezione Civile regionale, una alla responsabile del settore Ambiente della città metropolitana di Napoli e una al Comandante dei Carabinieri forestali per la provincia di Caserta, il quale è responsabile per la Riserva dell’Alto Vesuvio. Nelle lettere sono state riferite le preoccupazioni per la vulnerabilità della zona. L’Ente Parco ha stipulato una convenzione con i vigili del fuoco con la quale è stato istituito un presidio presso l’Osservatorio Vesuviano e uno nella località di Terzigno.

Attualmente è in atto uno Studio di Esposizione nella Popolazione Suscettibile, attraverso un biomonitoraggio, uno studio epidemiologico trasversale sull’essere umano al fine di indagare la correlazione tra esposizione ambientale e salute umana in Campania. Questo perché gli incendi sul Vesuvio sono dolosi, veri e propri atti criminali che nuocciono all’ambiente e a quanti lo vivono.
Quest’anno la popolazione locale sembra non essere impreparata. Speriamo non si ripeta la strage ambientale di luglio 2017.