Tra vivere ed essere ricordati

Poco prima della guerra di Troia, al leggendario Achille viene avanzata la proposta di salvarsi dal suo destino di morte in battaglia, in cambio di un’esistenza longeva vicino a parenti ed affetti. L’eroe ci riflette a lungo perché sa che l’opzione di una vita lunga e serena comporterebbe anche l’essere dimenticato dopo la propria morte. La scelta è, in un certo senso, tra il vivere a lungo nel suo presente e lo sfruttare intensamente una breve esperienza di vita, talmente significativa da farlo rivivere nei ricordi dei posteri e non solo dei propri eventuali discendenti. Una scelta a cui in molti si trovano davanti ancora ai giorni nostri. Si può tentare qualcosa di estremo che ci permetta di essere ricordati a lungo. Le recenti e folli sfide come la blue whale e i selfie estremi sono solo alcuni degli esempi di quanto l’essere umano sia intrigato dall’ottenere un riconoscimento, talvolta addirittura trascurando la propria salute e salvaguardia.

Siamo certi, però, che non esista una via o soluzione intermedia? Passiamo allora dall’epica a un moderno lungometraggio animato. Tanto nella tradizione greca antica quanto in quella messicana ritroviamo l’importanza della famiglia comparata al valore, l’onore e il coraggio. Anche il padre di Coco, nell’omonimo film «Coco» del 2017, sembra aver scelto l’essere ricordato per le proprie azioni, a prescindere da quanto queste potessero pesare sulla propria famiglia. In particolare pare aver preferito la carriera di musicista ambulante ai propri cari, che reagiscono bandendo la musica dalla casa. Si scopre pian piano che in realtà la sua canzone di maggiore successo era ispirata alla figlia e all’affetto per lei. Inoltre viene svelato il vero motivo del suo non ritorno a casa, ovvero l’invidia e il conseguente imbroglio di un suo collega musicista. Quest’ultimo riesce ad incastrare doppiamente l’amico: oltre ad averlo allontanato da moglie e figlia perché segua la carriera musicale, lo avvelena e lo deruba di tutti i suoi brani accaparrandosi i suoi titoli e successi. Con un’incredibilmente complessa e ben sviluppata visione sulla vita dopo la morte secondo la tradizione messicana, si scopre che il defunto musicista è stato dimenticato volontariamente dalla propria famiglia e grazie all’inganno ha perso anche tutti i fan del suo talento musicale. Quasi nessuno lo ricorda più ormai, nemmeno nel día de muertos, in cui viene concesso alle anime dei defunti di aggirarsi per il mondo dei vivi, pur senza essere visti, ma potendo ugualmente festeggiare al loro fianco. Tutto grazie alle fotografie che chi li ricorda espone su degli altari domestici. L’unica persona a conservare in segreto il suo ricordo è proprio la figlia Coco, che sta però per morire. Sarà il pronipote Miguel a ricostruire l’effettivo succedersi degli eventi e a restituire la meritata memoria al proprio antenato e l’affetto del padre alla nonna Coco.

Non solo abbiamo la conferma che esista una coniugazione di amore familiare e successo lavorativo e di realizzazione personale, ma ancora una volta possiamo notare l’importanza di essere ricordati nella specie umana. Il desiderio di continuare ad esistere, anche solo nella memoria altrui, oltrepassa la nostra coscienza persino ora che sappiamo che il nostro pianeta probabilmente non sopravviverà in eterno e nemmeno la specie umana forse. Chissà se a quel punto tutto il nostro impegno sarà valso qualcosa, forse anche solo per il fatto stesso di averlo vissuto in un qualche modo e con una qualche convinzione.