Il trionfo di Gabbani: tra leggerezza e profondità

Al Festival di Sanremo ad affiancare Carlo Conti quest’anno c’è stata la conduttrice Maria De Filippi, la cui presenza ha rappresentato un cambiamento sicuramente positivo che sottolinea un atteggiamento non più di superficialità, come negli anni precedenti quando, piuttosto che la musica, le vere protagoniste dello spettacolo erano le solite belle vallette a rispecchiare l’attuale ideale della donna.
Oltre questo i cambiamenti sembrano esser stati minimi visto anche che, come ogni anno, il vincitore del festival è stato un cantante sottovalutato all’inizio dell’evento e che alla fine si è rivelato vincitore contro tutti i pronostici, anche rispetto ad artisti con un vissuto e una carriera importante alle spalle.
È questo il caso di Francesco Gabbani.
Gabbani si presenta al festival con la canzone Occidentali’s Karma, con cui rappresenta appieno la realtà in cui, anche a causa dei social, ormai tutti si sentono in diritto e dovere di sapere tutto di tutti, implementando pregiudizi e teorie quasi sempre sbagliate, diventando improvvisamente degli esperti su qualsiasi argomento che va dalla cultura, alla politica, ai disastri ambientali.
Una canzone ritmica che però nasconde un messaggio importante quasi oscurato dalla struttura stessa della melodia che per alcuni tratti assomiglia a un tormentone estivo. Sarà stato questo il motivo per cui non ci si aspettava la sua vittoria? Comunque alla fine gioia e riflessione trionfano nonostante la presenza di canzoni che, per il loro messaggio, avrebbero dovuto predominare sulle altre.
È il caso di Fiorella Mannoia con la sua canzone Che sia benedetta, il cui testo può essere definito una vera e propria preghiera, un messaggio che incita le persone ad affrontare gli ostacoli della vita con coraggio ricordando che è l’esistenza l’unica cosa davvero importante ed essenziale, un dono «divino» che spesso dimentichiamo e sottovalutiamo.
La canzone della Mannoia rappresenta una protesta verso chi l’importanza della vita l’ha dimenticata, verso chi compie atti violenti, verso chi incita il razzismo e divide l’umanità ma ancor di più verso la felicità delle persone che ormai sembra dipendere unicamente dal materialismo.
Nonostante la profondità della canzone e l’eccellente interpretazione della Mannoia, vincitrice annunciata in ogni pronostico, quest’anno a Sanremo ha vinto quel mix travolgente di leggerezza e riflessione, forse perché questo è il modo più efficace di veicolare un messaggio.