Vitalizi bye-bye: ma che cosa significa?

Si parla molto del governo attuale, soprattutto per quanto riguarda il tema dell’immigrazione. Tuttavia vi è un altro tema che occupa la mente e il cuore dei cittadini: l’abolizione dei vitalizi.

Dalle ultime notizie è emerso che alla Camera è stato approvato il taglio ai vitalizi, ovvero Montecitorio ha acconsentito a modificare le indennità degli ex parlamentari per un risparmio pari a 40 milioni di euro.
L’abolizione ai vitalizi è stata approvata grazie al voto favorevole di M5s, della Lega, di Fdi e del Pd, mentre Forza Italia si è astenuta e Leu non ha votato.
Ovviamente il M5s è sceso in piazza per festeggiare quello che viene considerato «un traguardo storico» da parte dei pentastellati, riuscendo a portare a termine un’impresa che sottolinea, come ha sostenuto il presidente della Camera Roberto Fico, il principio «costituzionale per cui tutti i cittadini sono uguali».
Anche Salvini, leader della Lega, ha condiviso e sottoscritto il provvedimento, sostenendo che «con la Lega dalle parole ai fatti».

Ma come verrà applicato questo provvedimento?
L’abolizione dei vitalizi non si presenta come una legge, ma come una delibera dell’Ufficio di presidenza della Camera dei Deputati, ovvero un provvedimento atto a modificare il regolamento della Camera. Tale delibera prevede il ricalcolo tramite il metodo di tipo contributivo dei vitalizi degli ex parlamentari, ovvero ogni ex deputato verrà stipendiato in base ai contributi versati.
Il provvedimento riguarderà solamente gli ex deputati in carica prima del 2013, in quanto per i parlamentari in carica il vitalizio è stato già abolito con la legge del 2012 e sostituito con una pensione, stimata sempre grazie al sistema contributivo.
Inoltre il provvedimento presenta una soglia minima, decretata in base alla quantità di mandati svolti, che regoli il punto minimo sotto al quale sarà possibile scendere con l’assegno del vitalizio.

Purtroppo questa manovra lascia dietro di se non solo approvazione, ma anche contrarietà. Infatti gli ex parlamentari hanno indetto una class action contro i fautori della delibera, ai fini di rimarcare la profonda ingiustizia che, secondo quest’ultimi, è stata perpetrata nei loro confronti. Secondo quanto ha dichiarato Antonello Falomi, in nome dei querelanti, le vittime del governo sono i cittadini italiani che non avranno più «parlamentari liberi di svolgere in piena autonomia il loro ruolo, ma parlamentari sottomessi ai condizionamenti economici e ai ricatti delle lobby e dei potenti di turno».
Infatti è questa la preoccupazione di Forza Italia, che anche se a favore dell’abolizione dei vitalizi, nutre una certa preoccupazione per l’esito dei possibili ricorsi che potrebbero favorire gli ex parlamentari e i loro avvocati.
Il problema principale da risolvere è il trattamento paritario e giusto per le eventuali eccezioni, ma il presidente della Camera ha tranquillizzato gli animi dichiarando che «se ci sono situazioni particolarmente difficili e complesse con dei paletti possono avere un riaumento del vitalizio ricalcolato. Devono fare domanda e dimostrare la documentazione e c’è un riaumento del vitalizio del 50%. Saranno poche situazioni di difficoltà. Noi non lasciamo indietro nessuno, è una delibera non punitiva».

Ovviamente, sebbene il Movimento 5 Stelle sia contento per la loro battaglia, che ora sembra essere ultimata, non tutto risulta essere compiuto. Il testo infatti dovrebbe essere approvato anche in Senato, e sarà solo dopo questo avvenimento che il governo potrà cantare vittoria.