Vitalizi: una proposta di legge per far piacere al popolo

La proposta di legge del deputato Pd Matteo Richetti sullo stop ai futuri vitalizi e il ricalcolo di quelli già in essere è passata alla Camera, non senza polemiche. Le novità principali riguardano i parlamentari che già percepiscono il vitalizio: se la proposta di legge fosse confermata anche al Senato, sarebbe previsto il ricalcolo dell’assegno secondo il sistema contributivo, ovvero secondo quanto realmente versato, con riduzioni che potrebbero essere superiori al 30%. Inoltre, non sarebbe più possibile percepire il vitalizio prima dei 65 anni, in quanto verrebbe abolita la possibilità di usare gli anni di mandato oltre al quinto per avvicinare la data del ritiro pensionistico. Infine, verrebbe introdotta la reversibilità anche per i vitalizi, con regole analoghe a quelle presenti per il resto delle pensioni.
Il Movimento 5 Stelle e il Pd che, di fatto, ha scritto la proposta di legge, si sfidano sulla paternità morale della stessa, con Danilo Toninelli che afferma: «Si scrive Richetti, ma si legge Lombardi», deputata grillina che aveva redatto una proposta simile sull’abolimento dei vitalizi. Per Forza Italia, uno dei pochi partiti che ha votato contro nel voto quasi plebiscitario che si è avuto alla camera, la proposta sarebbe invece incostituzionale. Per Renato Brunetta lo sarebbe in quanto retroattiva e concernente diritti ormai acquisiti. Inoltre «seguendo il precedente che seguirà a questo provvedimento tutte le pensioni potranno essere ricalcolate sulla base del sistema contributivo, che è molto ma molto meno vantaggioso del retributivo. Il risultato è che la stragrande maggioranza dei pensionati italiani si potrebbero ritrovare l’assegno pensionistico in essere decurtato del 30-40-50%» e sarebbero quindi a rischio le pensioni di tutti gli italiani. Anche per l’ex presidente della Corte Costituzionale Valerio Onida il rischio di incostituzionalità sembra essere concreto, anche se egli è più cauto su questo punto in quanto «si dovranno verificare in concreto gli effetti della misura per la vita delle persone che ne beneficiano. Per il momento non sappiamo ancora quanto e per chi incide il ricalcolo».
Nel complesso, la proposta di legge, che a regime dovrebbe far risparmiare non più di 200 milioni alle casse dello Stato, sembra fatta più per andare incontro ai mal di pancia popolari, che non con uno scopo economico o politico preciso. Un’intera generazione gode ora di un trattamento pensionistico superiore rispetto a quello che sarebbe stato possibile garantire ad essa con quanto versato, dalle baby pensioni a quello d’oro. È difficile capire come attaccare solo e selettivamente una di queste categorie, e in particolare quella che provoca un miglior ritorno elettorale, possa essere considerato un fatto di giustizia e non di utilitarismo.