Una vittoria per l’acqua pubblica

Correva il mese di giugno dell’anno 2011 quando in Italia si tenne un referendum decisivo per il futuro di generazioni di cittadini.
Ci si chiedeva infatti se fosse giusto o meno che i servizi di pubblica utilità potessero essere gestiti da aziende private anzichè da consorzi  o enti pubblici locali.
Tra questi, ovviamente, uno dei servizi che più di tutti sta a cuore agli italiani: il servizio idrico.
Fu un plebiscito e, con il 95% circa dei voti a favore, venne abrogato l’articolo 23bis della legge Ronchi.
Sostanzialmente, l’Italia si era espressa,  aveva scelto la gestione pubblica, e questo perchè in fondo in fondo, celato sotto un profondo strato di liberismo economico, in ogni cittadino è forte il sentimento per il quale i servizi pubblici essenziali dovrebbero essere ben distinti da tutto ciò che può recare profitti ai singoli.
Ieri, 28 marzo 2018, nel palazzo della Provincia a Cuneo si è tenuta una importante riunione, con la quale i 250 comuni del territorio si sono trovati a dover decidere a chi affidare il servizio idrico integrato.
Un unico ente per una intera provincia, dopo anni di confusione e perplessità.
Fin da subito sono apparse nette le posizioni di alcuni comuni di Langa e Monregalese, a favore della gestione privata, mentre vi era non poca incertezza per il resto dei partecipanti.
«Ma come, nonostante il referendum ancora parliamo di gestione privata dell’acqua?», vi domanderete.
Certo, perchè in questo paese spesso si cambia tutto per non cambiare nulla, oppure, direttamente, la volontà dei cittadini proprio non la si contempla tra i fattori vincolanti la politica.
Ieri, invece, l’assemblea dei sindaci del Cuneese ha dato prova di grande responsabilità.
Infatti, di 188 sindaci presenti, ben 119 hanno votato a favore di una gestione interamente pubblica dei servizi idrici.
59 sono stati i voti contrari, mentre 8 votanti hanno abbandonato la seduta prima del voto.
Gestione pubblica per 30 anni e volontà dei cittadini rispettata a pieno da parte di quegli enti che tanto frettolosamente si era proposto di eliminare, falciare via dalla società e che invece paiono ancora una volta (e sempre di più), essere l’ultimo baluardo di resistenza a favore dei cittadini, contro un sistema che troppo spesso ignora i loro bisogni a favore degli interessi economici.
Gestione pubblica dell’acqua e così sia, il popolo si è espresso.