Se ne è andato un artista e un grande uomo

Dario Fo si è spento a 90 anni giovedì. Si può affermare senz’altro che è stato un uomo di rilevanza immane, che ha combattuto contro chi pensava stupidamente che la cultura fosse quella delle classi dominanti, per questo impegno sostenuto con costanza e tenacia nel 1997 fu premiato con il Nobel per la Letteratura.

DariOFo

Attraverso l’opera grazie cui ha ricevuto il riconoscimento, Dario Fo ha lavorato duramente affinché le classi sociali «minori» prendessero coscienza del fatto che la cultura gli appartenesse e che essi stessi fossero i depositari delle proprie conoscenze e culture. Per sostenere le sue idee si allontanò, con sua moglie Franca Rame, dal «teatro borghese» per portare i loro spettacoli in luoghi non convenzionali affinché anche la gente comune potesse assistere. Con la stessa naturalezza con cui promuoveva le sue idee, Dario Fo riuscì a essere artista e politico allo stesso tempo contro tutto e tutti utilizzando mezzi alternativi alla dialettica quali la letteratura e spettacoli per ammaestrare la coscienza dei cittadini al valore delle parità dei diritti. Risulta evidente che Dario Fo non rappresenta solo un intellettuale, definizione che anzi non amava, ma anche un promotore di uguaglianza, di tolleranza e rispetto. Tutto ciò nonostante le offese scambiatesi con l’ex ministro Renato Brunetta nate da delle battute sulla sua altezza da parte del giullare. Brunetta non sarebbe riuscito a superare lo scherzo di Dario Fo neanche dinnanzi alla morte affermando: «Niente ipocrisie, condoglianze ma non mi è mai piaciuto». In quest’atteggiamento risiede sicuramente un po’ di superficialità e di divergenza da parte del ministro che sembra aver appreso solo offese, se così possono essere definite, e nessun altro dei tanti valori promossi dal Fo che, nonostante le opinioni dei bigotti, è stato oggettivamente un grande uomo.