L’Ue boccia il divieto all’utero in affitto

Martedì è stato bocciato dal Consiglio d’Europa il rapporto sulla maternità surrogata presentato dalla ginecologa belga Petra De Sutter con 83 No, 77 Sì e 7 astenuti. Per essere approvato avrebbe dovuto raccogliere il consenso dei due terzi dei votanti.

Il quotidiano cattolico «La Croce» un anno fa raccoglieva firme contro l'utero in affitto
Amarcord. Raccolta firme contro l’utero in affitto del quotidiano cattolico «La Croce»

Tale delibera ha espresso, come fortemente richiesto soprattutto da alcune associazioni cristiane come la Federazione Europea delle Associazioni Cattoliche per la Famiglia, totale contrarietà a qualsiasi forma di apertura sul tema. Per quanto riguarda i parlamentari italiani, tutti quelli appartenenti al Movimento 5 stelle hanno votato contro, mentre Pd e Forza Italia hanno avuto un comportamento non uniforme.
La risoluzione in questione era stata già presentata per ben due volte, per essere poi respinta dalla Commissione affari sociali. Il titolo originale, «Diritti umani e problemi etici legati alla surrogacy», era stato poi modificato nel più mite «I diritti dei bambini nati da madri surrogate». Se fosse entrata in vigore, avrebbe comportato la proibizione in tutti i 47 Stati membri di ogni forma di maternità surrogata a fini commerciali, oggi tollerata in Grecia e, per certi versi, in Inghilterra, oltre a essere consentita al di fuori dell’Unione, per esempio, in Ucraina e in Russia. Inoltre, avrebbe previsto una stretta regolamentazione di quella altruistica, che ora rappresenta meno del 2% del totale del fenomeno. La principale argomentazione dei detrattori è il fatto che, come espresso tra gli altri dalla deputata Pd Eleonora Cimbro, non esisterebbe alcuna gratuità e spontaneità in nessun caso di gestazione per altri. Inoltre, pratiche di questo tipo vengono viste come mortificanti del corpo della donna, soprattutto nell’ottica del turismo procreativo, in cui coppie occidentali sfruttano l’estrema povertà presente in alcuni paesi in via di sviluppo per inseguire il sogno di avere un figlio. All’opposto, c’è chi, come Monica Cirinnà, si dice scettica rispetto a posizioni di assoluto rifiuto nei confronti della maternità surrogata, pur esprimendo contrarietà verso quella con motivazioni economiche.
Dal punto di vista di chi scrive, proprio le distorsioni oggi presenti e che spesso si risolvono con lo sfruttamento di donne in condizioni difficili, dovrebbero rappresentare la ragione per dotarsi di una legge che circoscriva la gestazione per altri a situazioni di piena volontà e consapevolezza da parte di tutti i soggetti coinvolti, in un modo simile, per esempio, a quanto avviene, in modo del tutto positivo, per i trapianti d’organo.