Atletica: Kipchoge e la sua impresa storica

A Vienna è stato infranto uno dei più importanti limiti della Storia dell’atletica, anche se in maniera non omologabile. Eliud Kipchoge, campione olimpico e detentore del record del mondo della maratona in 2 ore, 1 minuto e 39 secondi è riuscito ad abbattere per la prima volta nella storia la barriera delle due ore.

Un risultato che pareva impossibile o forse raggiungibile in venti o trent’anni è caduto in condizioni particolari e studiate a tavolino. Kipchoge in carriera aveva ormai vinto tutto, dai 5000 metri piani fino al cross e voleva porsi un obiettivo che andasse oltre e che rappresentasse un esempio per tutti. Nel parco Prater di Vienna, all’interno di un percorso di 9 chilometri e 600 metri, il maratoneta keniano, aiutato da un percorso totalmente pianeggiante e dalla presenza di ben 41 lepri in alternanza che gli hanno scandito il passo, ha percorso i 42 chilometri e 195 metri in 1 ora, 59 minuti e 40 secondi.

 

Che dire del ritmo? Una media disumana di 2 minuti e 50 secondi al chilometro e di 4 minuti e 34 secondi per ogni miglio, con un passaggio ai 25 chilometri in 1 ora 10 minuti e 59 secondi.

Un record che apre scenari ancora difficili da immaginare in una maratona agonistica, dove la strategia di gara e il percorso complicano in maniera abnorme il raggiungimento di un tale limite. Record che rimarrà esclusivamente nella storia, ma che non potrà essere omologato come nuovo record del mondo, non essendo stato stabilito in una gara ufficiale.

A Vienna si è scritta la Storia, come fu per l’etiope Abebe Bikila a Roma 1960, scalzo a completare la maratona olimpica; come Jim Hines, primo atleta sotto il muro dei 10 secondi sui 100 metri piani in 9 secondi e 95 centesimi; come Federica Pellegrini, prima donna sotto i 4 minuti nei 400 metri stile libero ai mondiali di Roma 2009. Sono limiti storici che, una volta superati, stroncano la soglia psicologica dell’impossibile, rendendolo possibile e, quindi, migliorabile.

Se l’impresa storica di Kipchoge potrà esclusivamente rimanere scolpita nell’immaginario collettivo come un’impresa personale ma non omologabile, un’altra keniana, Brigid Kosgei, nello stesso weekend si è presa il record del mondo della maratona femminile, fermando il cronometro a Chicago in 2 ore, 14 minuti e 4 secondi, migliorando di oltre un minuto il precedente primato di Paula Redcliffe, che resisteva dal lontano 2003.

Quello appena superato è stato un fine settimana indimenticabile per gli appassionati della Maratona e di sport in generale.