Bohemian Rhapsody: 40 anni di mistero

Bohemian Rhapsody, l’internazionale brano dei Queen dall’album «A night at the Opera», compie 40 anni.

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Ai Queen bastarono 5 minuti e 55 secondi per rivoluzionare gli standard del rock. Le registrazioni durarono sei settimane, che risultarono necessarie sia per la lunghezza del brano, inusuale per quei tempi, sia per la complessità della sua struttura atipica, mancante di ritornello. La canzone è un susseguirsi di generi molto diversi, che vanno dalla semplice ballad, all’assolo di chitarra, fino all’opera e all’hard rock. Bohemian Rhapsody, per la strana ma funzionale combinazione di elementi innovativi, ebbe un successo immediato. Segnò un record già al suo debutto: fu prima nella classifica inglesi per Queen-A-Night-At-The-Operanove settimane. Record che si dimostrò di buon auspicio, perché nel 2000 venne eletta nel Regno Unito «canzone del secolo». Oltre ad essere stata protagonista della storia musicale, rappresenta una colonna portante della vita di Freddie Mercury, leader dei Queen e unico autore-compositore del pezzo, in quanto espressione della sua fragilità e nello stesso tempo del suo coraggio. Mercury, oltre ad essere stato un musicista geniale, era infatti caratterizzato da una personalità apparentemente gioiosa che celava al suo interno una profonda sensibilità e un’innata sofferenza. Il contenuto di Bohemian Rhapsody allude continuamente al suo vissuto, in particolare alle sue origini, alla sua adolescenza e ai suoi sentimenti, di cui non osava parlare mai con nessuno. Il cantautore volle tenere per sé il significato del testo, per lasciare libero sfogo alle interpretazioni dei suoi ascoltatori. Per questa ragione, il brano è circondato da un alone di mistero che, a 40 anni dal suo esordio, nessuno ha saputo ancora svelare… o forse voluto, nel caso di Brian May con la sua esternazione «Non credo sapremo mai quale sia il significato di Bohemian Rhapsody, ma anche se lo sapessi non lo direi». Tra le interpretazioni che le sono state attribuite, la più affermata sostiene che nel significato  sia occultato il coming out di Freddie Mercury, in alcune frasi più di altre. «Mamma, ho appena ucciso un uomo, gli ho puntato una pistola alla testa, ho premuto il grilletto ed ora è morto»: è questa la frase ad averne destato i maggiori sospetti. Si tratta chiaramente di un’omosessualità sentita come una colpa, colma di dispiacere per la madre che non fu in grado di accettare la diversità del figlio. «È questa la vita vera?», si domandava nell’incipit del brano Mercury, deluso e spaventato dalla realtà che lo circondava, che non gli dava via di uscita.  Così, tra la paura e il desiderio di uscire allo scoperto, affermava: «Devo lasciarvi tutti e affrontare la verità».

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I personaggi come Mercury si riconoscono da ciò che lasciano nel cuore delle persone, ma soprattutto da ciò che lasciano al mondo e lui l’ha fatto con personalità e un velo di mistero. È giusto che la verità resti irrisolta, così da preservarne la vera essenza, perché se il mistero è la sua natura, non deve essere snaturato. A detta dei Queen: «The Show must go on!».

Valeria Mancini