«Meb» Boschi e il sorrisetto del potere

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il Movimento 5 Stelle ha molti difetti fra cui un eccesso di «purismo» che, secondo il parere di chi scrive, ha fatto perdere al partito di Grillo molti treni che per un po’ non ripasseranno. Nonostante questo, i pentastellati rimangono l’unica opposizione il cui peso possa spostare la bilancia del parlamento e per questo motivo possono essere attaccati e criticati, ma non gli si può ridere in faccia. Gli editorialisti e i blogger possono prendere in giro il potere, non i politici: chi ha sulle spalle la responsabilità del futuro (più che mai incerto) di questo paese deve rispondere ai suoi colleghi con i fatti. Non è successo questo venerdì, quando il deputato a 5 Stelle Alessandro Di Battista ha parlato alla Camera che stava votando la sfiducia alla Boschi: il ministro ha ascoltato l’intervento mostrando un’espressione altezzosa e superba, come se a parlare fosse il primo matto in attesa dell’ambulanza e di un ricovero coatto. Il comportamento di Maria Elena Boschi, «Meb» come la chiamano gli amici, è a dir poco inappropriato al luogo in cui si è svolto lo scontro, ossia il parlamento. L’atteggiamento del ministro, quando parla il deputato Di Battista, passa dall’arroganza alla strafottenza, dal disinteresse al bieco menefreghismo. Ciliegina sulla torta è stata l’«autofiducia» che si è data la Boschi, votando a favore della propria permanenza nell’esecutivo, tanto per ribadire il concetto «ce la suoniamo e ce la cantiamo». La superbia di Matteo Renzi appartiene a tutto il governo: piuttosto che rispondere nel merito e discutere, meglio rispondere con un «sorrisetto» di quelli che farebbero infuriare l’ormai arcinoto De Luca-Crozza. Questa è la serietà della politica italiana che, com’è noto, è lo specchio del nostro paese.

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Immagini prese dal filmato proposto dalla «versione nativa» del Fatto Quotidiano di ieri