Perché la Boschi si deve dimettere

Martedì sera ci è giunta la consueta newsletter dal sito del presidente del consiglio che vuole offrirci il suo contributo su alcune questioni spinose, prima fra tutte l’uragano che ha colpito la banca Etruria: «Il signor Boschi è stato – come gli altri membri del CdA di varie banche – commissariato e l’intero CdA sanzionato da Banca d’Italia. E il ministro (Boschi, ndr), esattamente come tutti gli azionisti, ha in mano azioni che non valgono più niente».

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E prosegue: «Con il nostro Governo, non ci sono più le leggi ad personam o le banche di partito. Noi non guardiamo in faccia nessuno»; e poi: «Non saremo mai a rimorchio di giustizialismo e pressappochismo. Noi non scendiamo nella barbarie di chi pensa di prendere i voti passando sopra alla dignità delle persone». Quello che Matteo Renzi si ostina a non capire, o a non voler capire, è che il conflitto di interessi c’è indipendentemente da ciò che il governo fa: l’esecutivo si sta occupando della banca Etruria? Sì. È vero che il ministro Boschi è uno degli azionisti di questa banca, nonché figlia di un ex vicepresidente e sorella di un dipendente? Sì. Non è detto che un conflitto di interessi si risolva sempre con un favoritismo: Maria Elena Boschi dovrebbe dimettersi perché con lei il governo rischia di non essere obiettivo. Siamo troppo severi? Non si sta chiedendo a un lavoratore di dimettersi, bensì a un ministro che non sta lavorando bensì adempiendo a un dovere a termine nei confronti dei cittadini. Non c’è nulla di eccessivo in questa nostra richiesta. Chiedere le dimissioni del ministro Boschi non significa fare un «processo alle intenzioni», ma sciogliere una situazione che potrebbe divenire imbarazzante. È inutile che Matteo Renzi scriva che «chi è in buona fede sa perfettamente che non c’è nessun conflitto di interesse»: non è questione di buona fede o malafede. Nessuno di noi è dentro la testa del ministro Boschi o di qualche altro membro del governo, quindi chi ci assicura che nessuno sarà influenzato da questo fatto? La Boschi non ha colpe (in questo caso): si tratta solo di applicare una norma partorita dal buon senso. Matteo Renzi, con i suoi soliti slogan, afferma che «la politica sia un’avventura da vivere insieme con leggerezza e stile»; le dimissioni di Maria Elena sarebbero proprio segno di quello stile che il governo non ha ancora dimostrato di avere, se non a suon di selfie.