La bufala dei condizionatori

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Giovedì è stata la «giornata della tassa sui climatizzatori»: la notizia è rimbalzata in modo incontrollato sui social network e tutti a insultare il governo. Ovviamente in questo coro di «vibrante protesta» non poteva mancare Matteo Salvini: «Renzi obbedisce a Bruxelles, arriva la “tassa sui condizionatori”. Ci vorranno libretto e bollino per gli impianti ad aria condizionata, secondo Federconsumatori saranno 200 euro in più a famiglia. Prima tassano il pellet da riscaldamento, ora l’aria fresca. Ovviamente la Lega si opporrà in ogni maniera ma… questi al governo secondo voi sono normali?». Fa quasi tenerezza il leader del Carroccio che crede ciecamente alle bufale della rete: questa legge riguarda solo gli impianti con potenza nominale superiore a 12kW, ossia quelli adibiti al raffreddamento di superfici maggiori di 130 metri quadrati. Contando che è ben difficile raffreddare un appartamento di tale ampiezza con un condizionatore unico, è palese che questa norma riguardi quasi esclusivamente uffici e aziende, oltre ovviamente ad abitazioni di contribuenti che possono benissimo permettersi di spendere qualcosa in più per avere la casa fresca.
Il punto è che i condizionatori stanno davvero diventando un problema: inquinamento, riscaldamento dell’aria esterna e, ultimo ma non per importanza, black out frequenti dovuti al sovraccarico della rete elettrica. Visto che gli italiani si muovono solo (e nemmeno sempre) quando gli si tocca il portafoglio, ben vengano queste norme. Ma si può fare di meglio: far pagare una sovrattassa a chi usa più di tot ore il condizionatore, per esempio. Verrebbe fuori un putiferio? Solo a parole, poi tutti a sganciare soldi tanto per non avere altri problemi.