Caos MiBact: in pensione l’archeologa neopromossa

Irene Berlingò ha 65 anni. Esperta di Magna Grecia, a novembre 2016 ha vinto il posto di soprintendente di Reggio Calabria. Un traguardo, per un’archeologa con un curriculum di tutto rispetto lungo 13 pagine, che si è trasformato ben presto in un dramma. Come racconta Giampiero Calapà su Il Fatto Quotidiano, la Berlingò non è riuscita a rimanere al suo posto per neanche due mesi perché il MiBact la fa fuori con un decreto di pensionamento immediato.
Pochi giorni prima l’archeologa era stata convocata dal ministero per un colloquio per la carica di direttore del Museo etrusco di Villa Giulia a Roma. Dal 1° febbraio scorso, Irene Berlingò è senza stipendio e senza pensione, perché il decreto del MiBact non ha rispettato i sei mesi di preavviso necessari all’Inps per attivare l’erogazione della pensione. Dallo stesso giorno, la soprintendenza di Reggio Calabria è rimasta sguarnita.
«Ho 65 anni, credevo addirittura di finire nel buco della legge Fornero», che manda in pensione a 66 anni e 10 mesi chi è nato nel 1952, racconta la diretta interessata al Fatto. Invece il 25 gennaio scorso, con soli 5 giorni di preavviso, le arriva il decreto di pensionamento, datato 10 gennaio, quindi 10 giorni prima della data in cui era previsto il suo colloquio per dirigere il Museo etrusco. Un altro risvolto paradossale lo racconta la diretta interessata: «Mi avevano versato già lo stipendio di febbraio, ma se lo sono ripresi dal conto, tanto che pensai a una clonazione della mia carta bancomat».
La Berlingò ha fatto, ovviamente, ricorso, che però è stato rimandato a novembre. Nel frattempo la soprintendenza di Reggio Calabria rimane senza una guida per almeno altri 4 mesi, e l’archeologa senza un’entrata economica.