Coronavirus: la tragedia brasiliana che Bolsonaro non vuole vedere

I numeri, aggiornati a ieri, sono questi: 543.378 contagi totali e 30.474 morti per il coronavirus. La situazione in Brasile è drammatica, anche se è impossibile sapere con certezza quanto. I dati certi non descrivono una situazione tragica, visto che stiamo parlando di un Paese di più di 200 milioni di abitanti e che quindi andrebbe paragonato, tanto per fare un esempio, a metà dell’Unione Europea.
Quello che è certo è che i dati sono terribilmente sottostimati: i tamponi fatti sono pochissimi e tante persone muoiono di coronavirus senza essere conteggiati. Secondo alcune stime i contagi totali potrebbero essere vicini agli 8 milioni, quindici volte quelli accertati.

La denuncia del sindaco di São Paulo Bruno Covas non lascia spazio a interpretazioni: «Entro due settimane non saremo più in grado di accogliere i contagiati gravi». Gli ospedali sono al collasso ma i cittadini sembrano non accorgersene: nella metropoli di 12 milioni di abitanti, sono troppi coloro che escono di casa senza la mascherina prevista da un provvedimento di due mesi fa. Covas, insieme al governatore dello stato omonimo João Doria, stanno cercando di imporre un vero e proprio lockdown.

Mentre governatori e sindaci cercano di confrontarsi con la realtà, il governo di Brasilia sembra andare in tutt’altra direzione. Qualche giorno fa si è dimesso il ministro della Salute Nelson Teich, dopo nemmeno un mese dalla sua nomina, in sostituzione di Luiz Henrique Mandetta e ora il posto è andato al vice di Teich, il generale Eduardo Palazuello. Salgono a dieci su ventidue i ministeri gestiti da militari.
In parallelo alla crisi sanitaria, in Brasile sta andando in scena una terribile crisi politica ed economica. La disoccupazione sta crescendo, la Borsa crolla e in aiuto ai tanti che hanno perso il lavoro o hanno dovuto chiudere le attività si è attivata la banca pubblica, la Caixa, stampando moneta per sostenerli. Il risultato è abbastanza ovvio: il real, la moneta brasiliana, sta subendo una fortissima svalutazione. Nell’ultimo mese un euro è passato da valere 5,67 reais a valerne 6,24, con un picco a 6,38 il 12 maggio. Un anno fa bastavano 4,50 reais per comprare un euro.

Il presidente Jair Bolsonaro continua a sostenere che la cura per il coronavirus sia la clorochina, un antimalarico. Bolsonaro la tratta come una sorta di cura miracolosa. La sostanza, che fino a oggi era somministrata solo nei casi più gravi, per ordine del presidente dovrà essere data sin dai primi sintomi del virus. Qualche giorno fa Bolsonaro ha dichiarato: «Purtroppo molti brasiliani sono infetti e moriranno. È una realtà che va affrontata. Non possiamo non vedere gli effetti collaterali. Le misure contro il virus sono più dannose del virus stesso. Questa irresponsabile distruzione dei posti di lavoro è inaccettabile».