Vergogna Delrio: il sisma porta a cantieri, «farà Pil»

Vi confessiamo di non avere parole dopo aver sentito il surreale dialogo fra Bruno Vespa e Graziano Delrio che, lo ricordiamo, è ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, quindi non un cittadino comune che, pur esponendosi alle dovute e doverose critiche, è libero di dire più o meno ciò che desidera. 

Delrio-e-Vespa

Non abbiamo parole perché dopo aver sentito le telefonate e le grasse risate dopo il sisma dell’Aquila pensavamo di aver toccato il fondo ma, si sa, il peggio non ha mai fine. Graziano Delrio, il quale ci era sempre sembrato il Schermata 2016-08-27 alle 12.07.38più ragionevole membro di questo governo di cartapesta, ha dimostrato un cinismo che supera ogni limite di ragionevolezza. Probabilmente ha ragione, il terremoto – dopo aver raso al suolo interi paesi e aver ucciso quasi 300 persone (290, quando scriviamo queste righe) – forse rilancerà l’economia; ma, al di là della veridicità di quanto lui e Vespa (sul quale, per educazione, preferiamo non esprimere opinione alcuna) hanno affermato, era il caso di fare un discorso come quello che abbiamo ascoltato, a nemmeno 48 ore dal sisma, prima ancora del seppellimento dei morti? La nostra risposta è: ovviamente no. L’inadeguatezza di un uomo a rappresentare un paese si vede anche in queste «piccole» cose: per governare non serve solo aver ben presente la strada da intraprendere per recuperare un paese allo sfacelo (e forse il governo Renzi non ha nemmeno ben chiaro questo), ma bisogna avere la sensibilità necessaria per capire quanto è opportuno 1. andare nel salotto di Vespa dopo una tragedia, soprattutto perché tutti sappiamo il tenore dell’«informazione» di Porta a porta; 2. andarci e pronunciare affermazioni come quella che abbiamo ascoltato.
«Adesso l’Aquila è il più grande cantiere d’Europa», e allora? Bisogna esserne fieri? E magari ringraziare anche chi ha fatto in modo che quel terremoto sia stato un’ecatombe? «Frasi criminali», le ha definite Roberto Fico, Presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai, e come si può dargli torto? Anche volendo abbassare un po’ i toni della discussione, è evidente che quanto affermato dal ministro è perlomeno inopportuno: anche volendo credere alla volontà sua e di Vespa di puntare all’ottimismo a tutti i costi, era necessario farlo di fronte a una tragedia appena avvenuta? Che provi Delrio a pensare come si sono sentiti gli sfollati, nel malaugurato caso che in qualche modo siano riusciti a guardare Porta a porta.
Vorremmo che Delrio andasse ad Amatrice o a Pescara del Tronto, o magari anche ad Accumoli, e ripetesse in una tendopoli quanto ha detto da Vespa. Le parole non cambiano di significato a seconda del luogo in cui le si pronuncia, per cui una frase a dir poco inappropriata detta in televisione è innocua, mentre se la si dice davanti ai diretti interessati porta come minimo a una valanga di fischi.
Che si scusi Delrio, il prima possibile, e che valuti sull’opportunità che continui a ricoprire una carica di così grande importanza. Nel frattempo, magari per segnalargli quanto sia sciocca la sua frase, abbiamo pronti per lui alcuni esempi:
1. La strage del Bataclan ha liberato dei posti di lavoro;
2. Un conflitto porta alla ricostruzione e quindi alla crescita del Pil;
3. Il pericolo dell’Isis richiede molte armi e altrettanti soldati: più introiti per i produttori e più militari richiesti, il Pil si alza e la disoccupazione si abbassa.
Ma ci rendiamo conto di cosa ha detto Graziano Delrio tre giorni fa, ed è ancora lì senza aver chiesto scusa a nessuno?