Una dirigente celebra la morte dell’esame di Stato

Il tappeto e la polvere
Nadia Vidale
Cleup – 2017 – 10 euro

È inevitabile che ogni anno l’esame di Stato, comunemente chiamato «Maturità», generi tante polemiche ma (per fortuna) anche altrettante riflessioni serie sul tema. Nadia Vidale, dottoressa di ricerca in Filologia, dopo molti anni da docente dal 2007 è dirigente scolastico. È lei a firmare Il tappeto e la polvere, uno sferzante pamphlet sull’esame di Stato, fra assurde richieste normative, discutibili prassi di commissioni e deboli performance degli studenti. Abbiamo tra le mani il racconto lucido e disincantato di una presidente di commissione che mostra l’inadeguatezza dell’esame se lo intendiamo volto a svolgere un accertamento delle competenze possedute. Dai difetti della preparazione scolastica ai criteri di valutazione «liquidi» e alla difficoltà della scuola ad accompagnare i giovani nell’ingresso alla vita adulta.
Dal documento del 15 maggio, che è una sorta di biglietto da visita della classe di fronte alla Maturità, fino ad arrivare al colloquio, passando per l’ammissione, la commissione, la tesina e le prove scritte: ogni passaggio burocratico o fattuale dell’esame di Stato viene messo a nudo da Nadia Vidale, con lo scopo di mostrarne l’inadeguatezza di fondo. Con un linguaggio e uno stile quasi sempre molto discorsivi e avvincenti, l’esame di Stato viene quasi completamente fatto a pezzi: anacronistico, troppo burocratico, incapace insomma di tracciare un ritratto delle competenze dello studente che sta per dire addio alla scuola per avventurarsi nel mondo dell’università o in quello del lavoro. Un centinaio di pagine sotto sufficienti a Nadia Vidale per concludere che l’esame di Stato «nella sua forma attuale è del tutto inutile ai fini realmente certificativi. Rilascia esattamente quel che si diceva un tempo un “pezzo di carta”, per lo più privo di corrispondenza con le capacità, le abilità, le conoscenze, le competenze realmente possedute dal candidato». Questo perché «predomina nella valutazione di ogni singola prova il criterio soggettivo, appena mediato dalla necessità di trovare comunque un accordo fra tutti in tempi rapidi»: «l’adozione di criteri condivisi e dichiarati è solo formale e non scalza le convinzioni personali, che finiscono per prevalere». Il tappeto e la polvere è un requiem all’esame di Stato come lo conosciamo oggi, speriamo almeno che qualcuno ai «piani alti» lo legga e ci rifletta.