Eco: le «Bustine» sulla strana società «liquida»

Pape Satàn Aleppe. Cronache di una società liquida
Umberto Eco
La nave di Teseo – 2016 – 20 euro

papeecoUscita postuma, questa raccolta di «Bustine di Minerva» (la rubrica che l’Autore teneva sull’Espresso dal 1985) può essere vista, senza esagerazioni interpretative, come una sorta di testamento intellettuale di Umberto Eco. «Pape Satàn, pape Satàn aleppe», diceva Dante nell’Inferno (Canto VII), un misto di meraviglia, dolore, ira, minaccia e ironia che caratterizza anche il ritratto, a volte impietoso a volte benevolo, dell’Italia che, come un mosaico, appare quando si mettono insieme tutte le osservazioni di un intellettuale del calibro di Eco. Quattordici «categorie» per dare una forma all’enorme contenuto di questo volume: crisi delle ideologie, dei partiti, individualismo sfrenato, in altre parole la «società liquida» in cui ogni giorno viviamo e nella quale è sempre più difficile «trovare una stella polare (anche se è facile trovare tante stelle e stellette», dove è difficile trovare un vero punto di riferimento, quando siamo circondati da leader di cartapesta che antepongono i voti al pensiero, o le vendite alla riflessione. La «società liquida» è proprio il minimo comun denominatore che unisce e accomuna tutte le riflessioni di Eco: «certi fenomeni si sono ripetuti con preoccupante regolarità, stimolando pertanto ritorni e insistenze su certi temi che rimanevano inquietantemente attuali». Ma cos’è la «società liquida»? È la società che nasce col postmoderno, con la crisi delle grandi narrazioni (che pretendevano di «mettere ordine» dove, evidentemente, ordine non poteva esserci). È un epiteto temporaneo, che serviva a segnalare un evento in corso d’opera, il traghetto che dalla modernità ha portato a un «presente ancora senza nome». Ed è proprio quest’epoca innominabile e inquietantemente anonima (nonché difficilmente etichettabile) quella in cui viviamo. La riflessione di Eco può aiutarci a venire a capo di questo presente insondabile.