Eternit: la Romana lascia, ma la lotta non è finita

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Conobbi Romana Blasotti Pavesi quasi due mesi fa: nonostante i suoi impegni «istituzionali» con l’Afeva (Associazione Familiari e Vittime Amianto), familiari e personali è riuscita a trovare un po’ di tempo anche per La Voce che Stecca. È stata una chiacchierata molto piacevole: quella che avevo davanti era una donna certamente provata dai 5 lutti dovuti all’amianto, ma che ha saputo trasformare la sofferenza in combattività. Nonostante i suoi quasi 86 anni, Romana non ha perso né lucidità né, tanto meno, determinazione. È difficile accettare la sua scelta di lasciare la presidenza dell’Afeva dopo 27 anni, ma è una decisione comprensibile: non è facile continuare – soprattutto quando non si è più dei ragazzini – dovendosi rialzare dallo smacco subìto con l’assoluzione in Cassazione (le motivazioni usciranno a giorni, noi ce ne eravamo già occupati qui). Prima di proseguire vorrei fare, a nome di tutta la Redazione, l’augurio a Romana perché possa finalmente (e meritatamente) riposarsi, dopo 27 anni di lotta anche se la conclusione non è stata quella in cui tutti speravamo.
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La battaglia contro l’amianto, soprattutto a Casale, non si è però fermata con la sentenza: tanto per fare un esempio, alcuni mesi fa è stata inaugurata al Liceo Balbo-Palli un’aula multimediale permanente dedicata all’Eternit e aperta al pubblico su prenotazione, la responsabile è la docente Adriana Canepa. Il parlamentare casalese Fabio Lavagno (Gruppo Misto) un paio di settimane fa è stato autore di un’interrogazione rivolta al Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti sulle 1040 tonnellate di amianto che risultano acquistate dall’Italia in India nel biennio 2011-12. La destinazione di tutto quell’asbesto è ignota ma, in ogni caso, vietata dalla legge italiana che ha messo al bando l’Eternit nel 1992, proibendone qualunque uso.
Il 16 febbraio Casale Monferrato sarà teatro dell’incontro-dibattito «Processo Eternit: c’è ancora speranza di giustizia?» promosso dall’Osservatorio Nazionale Amianto, dimostrando così di essere ormai una specie di agorà del dibattito sulle tematiche legate alla lotta all’amianto, un luogo di confronto fra diverse associazioni che hanno sede anche lontano dal Piemonte ma che combattono anch’esse per la bonifica e la giustizia.
Un aiuto viene anche dal Governo che, con il cosiddetto decreto Milleproroghe, concede a sindaci e province – almeno fino alla fine dell’anno – i poteri commissariali per le bonifiche dell’amianto nelle scuole.
Crediamo che ormai – seppur con enorme rammarico ed altrettanta rabbia – il fronte giuridico debba considerarsi chiuso, ma non è questo il momento di mollare: dove non può la legge può la consapevolezza. Rendere consapevoli, è questo il compito che deve darsi l’Afeva insieme a tutti coloro – noi compresi – che hanno messo la loro faccia nella lotta all’amianto.

Tito Borsa