In risposta a Filippo La Porta: i blog non sono un «chiacchiericcio»

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Vorremmo indirizzare queste righe a Filippo La Porta, editorialista dell’Espresso, che nell’edizione dell’8 maggio ha scritto un articolo intitolato Scienza e letteratura: alleatevi contro la rete dove si spiegava come nelle prime due (La Porta cita il Mennea della recente fiction) «non si detiene un risultato senza sacrificio», mentre la «verbosa semicultura del web antepone alla pazienza dell’argomentazione la mera rivendicazione del diritto di esserci, non riconosce autorevolezza a nessuno non riuscendo però ad essere autorevole». Il giornalista dell’Espresso conclude poi affermando che la democrazia della rete è una formula «che oggi sancisce non tanto il valore dell’individuo quanto un generale appiattimento verso il basso». Il web è un «nemico inafferrabile e pervasivo».
Ognuno è libero di pensare ciò che vuole. Se abbiamo deciso di rispondere a questo articolo – che riteniamo alquanto offensivo – è perché ci siamo sentiti coinvolti, visto che il nostro lavoro è presente unicamente in rete. Sappiamo che in molti casi si è costretti a generalizzare però, consci dell’inutilità del suddetto pezzo, se non si poteva evitare di fare di tutta l’erba un fascio, era lecito (e doveroso) scrivere di qualcos’altro.
Parliamo per quanto riguarda il nostro operato, consapevoli di non essere gli unici che scrivono con serietà e autorevolezza su un blog: i nostri articoli possono avere molti difetti dati anche dall’inesperienza di alcuni collaboratori, ma non sono di certo «chiacchiericcio febbrile», come invece li ha definiti La Porta. La stesura di un pezzo richiede il massimo approfondimento per quanto riguarda l’argomento, una preparazione di base su materie come il diritto e qualche volta anche un aiuto da parte del nostro consulente legale, onde evitare di dire sciocchezze.
In un anno di duro lavoro, La Voce che Stecca si è conquistata un lettorato esigente, critico e consapevole con il quale siamo riusciti ad instaurare un confronto che trova spazio nell’ampia sezione delle «Lettere al Direttore».
Pur non volendo essere particolarmente critici nei confronti di La Porta, non possiamo nascondere che ci sia arrivato un messaggio alquanto avvilente dalla lettura dell’articolo: ci sembra che il giornalista voglia criticare il mezzo web a prescindere dai contenuti che esso offre. Come ci sono (e sempre ci saranno) giornali e telegiornali spazzatura, anche la rete – aiutata anche dalla sua presunta democraticità – è un contenitore dove trovano spazio opinioni indicibili e non argomentate; ma, non volendo (a differenza di La Porta) generalizzare, c’è il modo di discriminare i buoni prodotti dai cattivi: il pubblico. Chissenefrega se un blog scrive fesserie: nessuno lo legge. Noi, a conferma della serietà con cui lavoriamo, un pubblico ce lo abbiamo e per questo siamo profondamente offesi dalle parole del giornalista dell’Espresso.
Caro Filippo, il web è il futuro e non c’è antitesi fra la rete e la cultura: noi ne siamo la prova.