La forza di Frida Kahlo 110 anni dopo la nascita

Frida Kahlo, una donna a cavallo tra le due guerre. E di certo non seduta all’amazzone.
Quest’anno si celebra il 110° anniversario dalla sua nascita e, nonostante sia passato un secolo abbondante, questa donna rimane un’icona di femminilità indiscussa. Pittrice, poetessa e rivoluzionaria, ogni giorno ispira le donne a raccontare se stesse senza veli e senza filtri, con consapevolezza e passione. Perché essere donna non è una privazione ma un’opportunità.
Per quale motivo? Non si esaurisce in un’unica risposta.
Magdalena Carmen Frieda Kahlo y Calderón nasce il 6 luglio 1907 a Coyoacán, in Messico. Diventerà una pittrice, scrittrice e attivista comunista. La sua vita farà discutere contemporanei e posteri ma, grazie alla sua vivacità, al suo anticonformismo e spirito ribelle, la sua figura non verrà facilmente dimenticata negli anni a venire.
Fu uno spirito libero. L’indole di Frida si manifesta fin dalla più giovane età e non di meno in età adulta: questa cambierà il nome originario Frieda in Frida per contestare la politica nazista della Germania. Il nome Frieda era infatti comunemente utilizzato in Germania, scelto anche per via delle origini tedesche del padre: deriva dalla parola «Fried», che significa «pace»: un paradosso che la donna non tollerò e che decise di estirpare fin da subito.
Non si fece fermare da niente. L’incidente di cui fu vittima ad appena 18 anni non fu una battuta d’arresto, bensì la sua pedana di slancio verso il mondo dell’arte e dell’attivismo politico. Frida infatti, costretta a letto a causa di una grave lesione al bacino, viene costretta a mesi di riposo nel suo letto di casa con il busto ingessato. Questa circostanza forzata la spinge a leggere tanti libri, molti dei quali sul movimento comunista, ed a dipingere. Riuscirà in seguito a recuperare la capacità di camminare, pur continuando ad essere debilitata nel fisico per tutta la vita. Ciò non le impedirà mai di fare ciò che desiderava.
Trasformò il proprio dolore in arte. Frida fu un’artista che rese le proprie opere d’arte condivisibili e fruibili al pubblico per quanto concernevano il suo stesso dolore e fragilità umana. Attraverso la pittura raccontò del suo corpo martoriato come un oggetto reale ma anche simbolico, della sua fisicità elevata da esperienza individuale a valore universale empaticamente riconoscibile. I busti, le cicatrici e il dolore (simbolicamente rappresentato nei chiodi di cui dipinge, conficcati nella carne) diventano soggetti familiari ed accostati ai soggetti preferiti dall’artista: una dicotomia che rendeva meno sgradevole il dolore, la convalescenza e la continua presenza fisica dell’incidente nella vita di ogni giorno.
Fu donna senza necessariamente essere madre. È nota la sua storia d’amore con il pittore Diego Rivera, travagliata e costellata da tradimenti da ambo i lati, conosciamo le vicissitudini sentimentali della donna grazie al diario personale che ella teneva. Frida, per essendo afflitta per non aver avuto figli, è riuscita ad affermare la propria femminilità andando aldilà della maternità, veicolando il proprio essere donna attraverso l’arte.
Rifiutò i tabù, anche di natura sessuale. Della vita privata di Frida Kahlo colpiscono e affascinano la naturalezza e libertà con cui la pittrice visse le sue numerose avventure lesbiche. Non tentò mai di celare i suoi amori, sebbene spesso fossero solamente emotivi o platonici.  Le relazioni di Frida con le donne servivano a esprimere la sua sessualità, il suo bisogno di amare ed essere amata, ma rappresentavano anche una forma di ribellione, di sfida nei confronti dei tabù sui ruoli sessuali e dei comportamenti prestabiliti da preconcetti borghesi, misogini e patriarcali.
Dimostrò che le donne potevano occuparsi di politica. Frida Kahlo si iscrisse al Partito Comunista Messicano, dopo aver letto numerosi libri di stampo comunista durante la convalescenza. Era un ulteriore modo per la donna di scardinare la dicotomia uomo-politica e di arrivare all’emancipazione.
Della propria vita, costellata di sofferenze ma anche di grandi passioni, si potrebbe dire che la donna ne ha fatto «Un’opera d’arte».