Fuori i blogger da Parigi

la strage di Parigi ha causato alcuni «effetti collaterali» come l’incommentabile prima pagina di Libero, Bastardi islamici, per la quale, si apprende dalla pagina Facebook del Presidente dell’Ordine dei Giornalisti Enzo Iacopino, ci saranno provvedimenti contro la testata e il direttore Maurizio Belpietro. Uniti e compatti parecchi «addetti ai lavori» si scagliano anche contro i «dilettanti» che, prodi e coraggiosi, si sono presi l’onere di trattare un argomento spinoso e complesso come gli attentati di venerdì scorso. Tralasciando il caso di Canale 5, il cui telegiornale per tutto il fine settimana ha abdicato a favore della reginetta Barbara libero-bastardi-islamiciD’Urso, ci siamo anche noi che preferiamo non essere accomunati alla soubrette se non per la non appartenenza all’Ordine dei Giornalisti.
Affermare che i blogger facciano cattiva informazione, oltre ad essere una generalizzazione più che mai ingenua e retrograda, è analogo a dire che chiunque possieda un’arma è un assassino. Ci sono delle norme giuridiche che disciplinano la libertà di espressione: la diffamazione e l’istigazione all’odio – tanto per fare un paio di esempi – valgono per tutti, blogger e giornalisti, e questo, in uno Stato liberale nel quale 10 mesi fa tutti erano Charlie, è sufficiente.
Certi soggetti dovrebbero smettere di offendere una categoria a prescindere e dovrebbero altresì fare nomi e cognomi e dare spiegazioni quando formulano delle accuse. Puntare il dito contro tutti equivale a tenersi la mano in tasca. Siamo d’accordo che esistano siti web (come esistono giornali) il cui unico obiettivo è
disinformare i cittadini. Che vengano puniti, come è già successo in Sicilia, senza però fare generalizzazioni insensate che mostrano come certi soggetti non siano assolutamente pronti alle «novità». I blog sono delle novità per modo di dire visto che sono sulla scena già da molti anni, troppo pochi per qualcuno che continua a definirli carta straccia senza averli mai neppure letti.