I leader sono tutti in difficoltà: il quadro politico

Nel limbo della politica italiana, che mai è stata imprevedibile come gli ultimi anni, assistiamo a un momento in cui più o meno tutti i leader più importanti sono in difficoltà. In questa gara all’uomo forte tutti stanno arrancando, commettendo errori più o meno gravi, con conseguenti spaccature all’interno dei rispettivi partiti.

Quello più in difficoltà sembra senza dubbio essere Matteo Salvini, che è tornato di prepotenza sul tema migranti dopo aver cambiato più volte posizione sulle norme per l’epidemia (in ultimo sulle mascherine). Seppur il Segretario leghista attacchi in modo deciso, la sua posizione appare molto debole: l’ombra di Zaia incombe, tanto che il Presidente del Veneto, dopo gli elogi che ha ricevuto per la gestione dell’epidemia, lo ha più volte contraddetto sull’uso dei dispositivi di protezione. Inoltre un sondaggio per le regionali del Veneto dà la lista della Lega poco sopra il 10%, contro quella di Zaia intorno al 40%. Cinque anni fa avevano chiuso rispettivamente al 18 e 23%. Anche in territorio Salviniano, la Lombardia, ci sono parecchi malumori, provenienti in primis da Giorgetti e poi dalla base stessa, che si sente un po’ abbandonata da quella che era la Lega Nord di una volta.

I due partiti al Governo sono altrettanto in difficoltà, entrambi caratterizzati da una leadership debole. Zingaretti non alza la voce più di tanto, pensando più alla legge elettorale che ad altro, tanto che viene attaccato internamente da quella che possiamo definire fronda tuttora renziana e capitanata da Gori, sindaco di Bergamo, che sembra a sua volta uscito rafforzato da questa emergenza. Con il partito stabile nei sondaggi da qualche mese, non sembra che il Presidente del Lazio abbia impresso quella svolta al partito che si aspettava l’elettorato di centrosinistra.

Ancora più in difficoltà si trova il Movimento Cinque Stelle, con l’ultima retromarcia rispetto al programma presentato, questa volta in ambito sportivo. Con la riforma presentata da Spadafora, il Presidente del Coni Malagò potrà godere di un altro mandato, che vedrà riattribuirsi alcuni poteri tolti in precedenza dal Governo gialloverde; ciò è esattamente il contrario della linea tenuta dai grillini finora, tanto che la base parlamentare, in subbuglio, ha mandato una lettera al Ministro dello Sport. Sembra che ieri stesso abbia rassegnato le dimissioni e siano state congelate da Conte. Dopo la confusione per l’elezione dei Presidenti delle Commissioni Parlamentari possiamo affermare che Vito Crimi, capo politico reggente, abbia perso del tutto le redini del partito; in attesa di vedere cosa succederà con il Mes, rimandare i famosi Stati Generali rischia di aggravare la situazione ancora di più.

Giorgia Meloni sembra quella più in forma attualmente: in molti casi si pone come destra moderata, senza parlare per slogan (in antitesi a Salvini), ma altre volte perde il controllo diventando sempre più spesso il meme della settimana. Fratelli d’Italia è stabile da qualche settimana e con qualche accortezza potrebbe rubare ancora più di qualche voto alla Lega. L’impressione però è che per arrivare al vertice manchi ancora qualcosa.