Intervista al fondatore di Attivamente: Andrea La Torre

Le energie di questo Paese, le energie buone, dovrebbero incontrarsi e cooperare, questo è ciò che è successo a Palermo, una città difficile, ma meravigliosa.
Una città con una grande storia alle spalle, di mafia e antimafia. In quelle strade sono nati e cresciuti grandi giudici, poliziotti, carabinieri, ma anche boss e criminali spietati.
In quelle strade è nato anche Andrea La Torre, leader e fondatore di “Attivamente”.

Andrea La Torre e la sua Palermo

Andrea La Torre, giovane 17 enne di Palermo, che classe frequenti?

«Frequento il quarto anno del Liceo Scientifico all’Istituto Superiore Statale Mario Rutelli di Palermo. »

Ti descrivono come un giovane amante del proprio territorio, com’è iniziato questo amore per la tua Palermo?

«Vivendoci, penso che spesso ci si appassioni alle cose perché non sono come le vorremmo. Il fatto che la città in cui si è nati non è come vorremmo può portare ad un allontanamento, come capita, purtroppo, a tanti ragazzi, oppure porta tanta determinazione nel voler cambiare le cose che vediamo “storte” e sbagliate.
Si tratta di un’aspirazione nel volerla vedere migliore, o almeno “normale”. Una città libera dalle mafie, di quel fenomeno che Falcone chiamava indegno di un Paese civile. La lotta alle mafie è una lotta di liberazione. »

Avverti la mafia nelle strade di Palermo?

«La mafia, storicamente, ha avuto ed ha ramificazioni in tantissimi settori, dalle banche all’oppressione che vivono quotidianamente i piccoli commercianti, dai piani più alti a più bassi della società. Il fenomeno mafioso è correlato a situazioni di degrado. Nasce in un territorio completamente abbandonato dallo Stato, ed, in questo senso, Palermo ha il suo destino quasi segnato. Vorrei una Palermo dove la mafia non facesse più il bello e cattivo tempo. Palermo è unica, non solo perché è la mia città, ma, appena ci metti piede, hai il mare da una parte, la montagna dall’altra, sopra un Sole che anche in inverno spacca le pietre. Peppino Impastato diceva “Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà.” »

Un aspetto negativo della tua Palermo?

«Ha la memoria corta, come, d’altronde, tutta l’Italia.»

La nascita di Attivamente

Ti stai impegnando molto, però, su questo aspetto, per far sì che questa memoria non sia così corta. Che anno era quando hai creato il gruppo di Attivamente?

«Attivamente nasce nell’aprile 2020, tra pochi giorni sono 3 anni di Movimento. L’abbiamo creato in un momento molto difficile, eravamo arrivati al primo mese di lockdown, c’era tanto tempo per stare a casa e riflettere. Lì ho capito che dovevamo impegnarci per fare qualcosa che potesse essere utile. »

Com’è nata, invece, l’idea di Attivamente?

«Ho iniziato a scrivere un blog, perché ho sempre amato scrivere, e da lì abbiamo realizzato i primi post. Scrivevamo alle persone per spiegare cosa fosse Attivamente. Ora la situazione è cambiata. Se prima, infatti, noi scrivevamo per farci conoscere, ora sono i ragazzi che ci contattano per voler partecipare.

Territorialmente quali sono stati gli incontri più importanti di Attivamente?

«Sicuramente le manifestazioni di maggio e luglio dello scorso anno sono quelle più note. Ricordo anche quando, al primo giorno da Sindaco, Lagalla è andato a deporre una corona di fiori in Piazza Tredici Vittime, nonostante gli appoggi elettorali vergognosi che ha ricevuto da Totò Cuffaro e Marcello Dell’Utri. Siamo andati lì e con uno striscione gli abbiamo detto di prendere le distanze da certi soggetti che con la cosa pubblica non dovrebbero più avere niente a che fare. E’ moralmente vergognoso questo per un Sindaco della città di Falcone, Borsellino e tanti altri martiri che hanno dato la vita per una rivoluzione culturale. Conservo gelosamente anche l’emozione del corteo del 23 maggio. È stata una giornata che non dimenticherò mai, di emozioni mai provate prima, per la quale ci siamo impegnati senza riserve per settimane. Una data unica, che porterò dentro per sempre. »

La politica vista dai giovani

Visto che hai nominato tanti politici, cosa pensi della politica attuale?

«Non ho molte speranze. Ho speranze solo nei giovani ed in quello che stiamo facendo. Non ho tanta fiducia in questa classe dirigente. Non riesco a capire come si sia passati da Pio La Torre alla situazione attuale. Pio La Torre, oltre che essere un politico che viene oggi ricordato per la sua lotta al contrasto dei fenomeni mafiosi, era un politico che, anticipando la magistratura, scrive una relazione di minoranza nella Commissione d’Inchiesta Antimafia, in cui descrive dettagliatamente i rapporti tra mafia e politica che coinvolgevano, in particolare, la Democrazia Cristiana. Era in grado di intuire collegamenti tra mafie, apparati deviati nazionali e internazionali. Lui anticipava la magistratura. Oggi, invece, la classe dirigente viene presa con le mani nel sacco e dicono di aspettare il processo. Se dopo il processo vengono condannati, è un complotto e, se vengono assolti, è, comunque, un complotto. E’ paradossale, diventa difficile avere fiducia. Non basta essere onesti, è necessaria anche quella sana capacità di indignarsi.»

Questo movimento si definisce apartitico. Attivamente non si è mai posto il sogno di diventare qualcosa di più di un movimento giovanile? Attualmente si riconosce in qualche partito tradizionale o ideologia politica? E’ completamente puro da questo punto di vista secondo te?

«Attivamente è un movimento apartitico, ma non apolitico. Essere apolitici vuol dire non interessarsi completamente alla politica e, quindi, neanche poter fare critica quando c’è bisogno di far critica. Noi pensiamo sia giusto quando è il caso parlare e non tacere di fronte alle ingiustizie. Ci confermiamo apartitici, ma non apolitici. Prendere delle posizioni è sacrosanto. »

Attivamente cosa si aspetta dalla politica?

«Difficile rispondere, potrei dire degli aggettivi, ma potrei cadere nella banalità. La politica dovrebbe essere, di certo, esempio di etica, competenza, preparazione ed in grado di rappresentare cittadini e cittadine, perché oggi l’astensionismo è troppo alto. C’è un problema enorme da questo punto di vista, però non credo che questo possa arrivare dai politici attuali. E’ una risposta che dovrebbe provare a darsi la cittadinanza: se una classe dirigente non rappresenta una così larga fetta di popolazione, forse il problema sta proprio nella popolazione che non riesce ad organizzarsi per darsi una rappresentanza.
Il punto è cosa possiamo fare noi per la società e la politica. A me non piace parlare di politica come “chi siede nei palazzi” o la politica dei compromessi morali, dovremmo parlare di cosa poter fare noi, partendo già dalle realtà studentesche. La partecipazione alla vita scolastica è esempio della voglia più pura di impegnarsi per il bene collettivo. »

La piazza del 31 marzo

Ho letto che avete organizzato una manifestazione per il 31 marzo, cosa succederà?

«Il 31 marzo a Palermo si terrà una manifestazione organizzata dagli studenti e dalle studentesse, in cui si parlerà di tanti temi che, purtroppo, molto spesso rimangono nel silenzio: dalla latitanza protetta di Matteo Messina Denaro all’isolamento dei magistrati più esposti. Parleremo, poi, dell’appoggio dei condannati per mafia ad esponenti politici locali, di questione sociale, ma anche di Trattativa Stato Mafia e molto altro.»

L’antimafia

Che problemi esistono nell’antimafia? Come mai dopo tanto tempo sembra non aver raggiunto una consapevolezza diffusa sul tema ed una cultura antimafia solida?

«Il problema è che il mondo dell’Antimafia a volte dà spazio a passerelle. Se si portano avanti certi valori antimafia, non si fa solo vuota memoria ai martiri. Quella per la quale vogliamo impegnarci noi è un’antimafia giovanile, sociale, di lotta, intersezionale, di dibattito su larga scala e formazione continua.»

L’antimafia è una formazione continua, ci sono sempre più libri, più storie da leggere. E’ un argomento impegnativo da portare avanti. Come Attivamente, come intendete portare avanti questo tipo di antimafia?

«Quello che sta alla base dell’impegno è lo studio. Non ho la presunzione di insegnare niente a nessuno, quindi, anche quando mi confronto con altri coetanei e proviamo a portare istanze ed idee, sono sempre basate sulla consapevolezza di non avere in tasca la verità assoluta, ma di aver studiato e da quello studio poter prendere delle posizioni. Sono sempre pronto ad un sano confronto, specie con i nostri coetanei.

Pensiamo di portarlo avanti attraverso momenti di dibattito, confronto, così da informarci reciprocamente. Sicuramente anche attraverso manifestazioni che sono tra i momenti più belli in assoluto, perché ti ritrovi lì con tantissime persone che la pensano come te. »

Il futuro di Attivamente

Come vedi Attivamente tra 10 anni?

«La speranza è quella di mantenere saldi i valori, di non comprometterli. Vorrei rimanessimo puri come ora, conservare questo modo di approcciarci alle cose, per il quale non vogliamo nulla indietro in cambio. Nessun interesse economico, nessun secondo fine, ma solo il piacere di stare insieme, condividere le idee ed essere tutti protagonisti. Mi piacerebbe coinvolgere tante e tante altre persone intorno a questo sogno.»