«Catarsi»: l’ironia del dramma di Charlie

Catarsi
Luz
Bao Publishing – 2015 – 16 euro

catarsi-luzOltre ai morti, la strage avvenuta il 7 gennaio scorso nella redazione di Charlie Hebdo si è portata dietro anche il talento di una delle colonne fondanti del settimanale satirico, Luz. «Un giorno il disegno mi ha lasciato. Lo stesso giorno in cui ho perso un pugno di cari amici. Con la sola differenza che lui poi è tornato», scrive l’Autore: Catarsi in effetti è Luz che si riscopre disegnatore, dopo aver lasciato Charlie Hebdo. Acquerelli o semplici linee, a volte dolci altre quasi rabbiose, il volume edito da Bao diviene una sorta di «antologia di un ritrovarsi»:due amici, Luz e il disegno. Entrambi hanno subito la tragedia del 7 gennaio, nessuno dei due sarà più quello di prima. Tra (auto)ironia e malinconia, il vignettista riesce a tirare fuori tutto il suo talento senza voler nascondere le cicatrici di una ferita ancora aperta. Emblematico è «Ginette», quando l’autore stesso si trova una strana protuberanza dalle parti dell’ombelico: «Sono il tuo nodo allo stomaco – gli dice – Possiamo darci del tu, non mi dispiace, anche perché mi sa che staremo insieme per un bel po’ di tempo. Sono qui per impedirti di dimenticare». E continua: «Sarò il corpaccione del tuo smarrimento di sopravvissuto a vita. A volte crederai di esserti liberato di me, ma sarò sempre da qualche parte, pustola gonfia del sebo del tuo dramma». Anche in questa situazione drammatica, Luz riesce a tirare fuori la sua ironia: «Mi seguirai come un cagnolino fedele, dunque?», «Per così dire», «Ginette! Ti chiamerò “Ginette”», «È umiliante. Ginette? Ma è peggio di un nome da chihuahua!». Ultima scena: «Mi appartieni e io ti chiamo come voglio… in marcia, Ginette!», «Cominci a darmi fastidio».
Catarsi, nato come sfogo personale e creativo, si rivela un capolavoro della satira e del fumetto grazie allo stile unico e inossidabile di un grande come Luz.