Libera informazione: parla Barsotti del Mattino di Padova

Leandro Barsotti con Antonello Venditti
Leandro Barsotti con Antonello Venditti

Tu sei stato un cantante, come è stato passare a fare il giornalista?
Non c’è stato nessun passaggio, ho sempre fatto entrambe le cose. Ho cominciato a scrivere nel 1984, poi mi ha assunto il Mattino. Intanto avevo una band, dopo mi ha scoperto Mara Maionchi e ho cominciato a cantare da solo. Non sono l’unico caso di giornalista/cantante, ce n’è stato uno famoso in una band inglese (Neil Tennant dei Pet Shop Boys, ndr).

Cosa ne pensi dei blog che sono nati negli ultimi anni?
In generale, così come sono strutturati ora, sono superati. Molti, soprattutto in America, pensano che basti scrivere sui social, che il sito web ormai è stato scavalcato da un semplice post su Facebook. Comunque è bello potersi esprimere liberamente usando il web.

Collegandoci alla libertà di espressione sul web, alcuni commenti sono parecchio volgari. Secondo te bisognerebbe mettere qualche limitazione?
Questo è un tema che noi giornalisti oggi affrontiamo quotidianamente. È vero: alcuni commenti sono pesanti. Ne leggevo uno sotto a un mio articolo poco fa. Da una parte chi ha un sito frequentato come quello del Mattino ha il dovere di moderare, dall’altra nulla si deve togliere alla libertà di ognuno. Se si censurasse un commento, poi il commentatore scriverebbe comunque la propria opinione sui social. Quindi bisogna moderare, non censurare, chiunque deve poter scrivere qualcosa di opposto a quello che hai scritto tu.

Secondo te, come è messa la libertà di stampa in Italia? Ci sono seri pericoli?
Guarda, io mi sono sempre sentito libero di pubblicare quello che volevo, scrivo per il gruppo l’Espresso e non ho mai avuto problemi. Non penso che nel nostro paese ci siano bavagli particolari. Il problema di molti giornali (parlo senza alcun riferimento particolare), è che sono troppo accostati a una o all’altra parte politica, di conseguenza, non sono indipendenti e non hanno il coraggio di portare avanti le loro battaglie.