Le dure misure anti-Covid contro i lavoratori negli Stati Uniti

Se in Italia vige l’obbligo del green pass, anche altri Paesi come gli Stati Uniti non se la passano tanto meglio. Con il 55% della popolazione totalmente vaccinata in data 1 ottobre, le misure restrittive per chi non si sottopone al siero continuano anche nel Paese universalmente riconosciuto dall’immaginario collettivo come uno dei più democratici e liberi.

Il presidente Joe Biden ha ricevuto in diretta tv la sua dose di richiamo e ne ha approfittato per ricordare l’importanza di essere vaccinati. Oltre a questo, ha scaricato la responsabilità dei problemi della pandemia su coloro che non si sono vaccinati esprimendosi così: «Quella distinta minoranza sta causando un brutto danno al resto del Paese. Una cosa è certa un quarto del paese non può continuare a non vaccinarsi e noi avere problemi». Parole dure e irrispettose verso chi si ha assunto una decisione personale e legittima. Già agli inizi di settembre, il Presidente Biden aveva approvato una serie di ordini come: l’obbligo vaccinale per alcuni dipendenti federali, per gli operatori socio-sanitari e per gli aziende con più di 100 dipendenti; tutto questo in aggiunta a forti pressioni alla vaccinazione. Un modo d’agire che dovrebbe intaccare l’immaginario collettivo di libertà che si ha di questo Stato, ma ciò sembra impensabile che possa avvenire, data la convinzione della maggioranza nostrana della correttezza delle misure intraprese fino ad oggi.

Nel settore dello sport, in particolare in NBA, le misure nei confronti di chi non si vuole sottoporre alla vaccinazione non sono meno stringenti. I giocatori che non hanno aderito al ciclo vaccinale verranno sottoposti a test quotidiani durante allenamenti, viaggi e partite, a differenza dello staff e degli allenatori  che sono obbligati a sottoporsi all’inoculazione del siero. Inoltre, verrà loro decurtato lo stipendio, oltre a non poter sostenere le gare in trasferta. Da notare come già questo sia una grave discriminazione aggravata dal fatto di come sia ormai risaputo che la vaccinazione non rende immuni dalla possibilità di contrarre il virus.

Con queste mosse sembra ormai innegabile, almeno per chi ancora ha occhi per vedere, che, in buona parte del mondo, le misure in atto riguardano davvero poco la salute collettiva, ma si sta ricorrendo alla pandemia come pretesto per togliere diritti ai cittadini, oltre che per preparare il campo ad altre emergenze.