A Lecce i rom possono occupare una masseria?

Luigi Marzo è un pensionato 74enne di San Pietro in Lama, un piccolo paese della provincia leccese. Qualche anno fa ha ereditato dalla sorella una masseria di cui, però, non ha mai potuto usufruire. La proprietà, un casolare e un capannone circondati da circa 13 ettari di terreno, sono stati occupati illegalmente da alcune famiglie rom, tra cui sono presenti anche molti minori. La vicenda, che, come spesso capita, è saltata alla ribalta dopo che su di essa si sono accessi i riflettori della tv nazionale, si è arricchita via via di particolari sempre più assurdi.
Il primo cittadino del comune Paolo Perrone, intervistato dalla trasmissione Le Iene, ha subito precisato che la questione non rientrerebbe nelle sue competenze. La Procura di Lecce e il comando provinciale dei Carabinieri, convocati dal prefetto Claudio Colomba su sollecitazione dello stesso sindaco, dopo essersi impegnati a dicembre 2016 ad avviare indagini e accertamenti, non hanno poi di fatto intrapreso alcuna azione concreta, lasciando cadere la cosa nel dimenticatoio. Ciò che forse è ancora più paradossale, è la richiesta da parte di Perrone al legittimo proprietario di mettere in sicurezza l’area per «garantire l’incolumità pubblica e privata» dopo alcuni gravi danneggiamenti provocati dall’occupazione.
Non ci si può meravigliare, davanti a casi come questo, del degrado morale che domina in questo periodo il rapporto tra la popolazione e lo Stato italiano. Non si può quando l’ovvia richiesta di un privato cittadino di usufruire di un suo bene viene deliberatamente ignorata da quegli stessi apparati che dovrebbero garantire una convivenza normale all’interno di uno stato di diritto. Non si può quando la vittima viene oltretutto derisa, in un rovesciamento della realtà in cui le viene chiesto di finanziare la propria pena. Non ci si può meravigliare del populismo che imperversa nella politica attuale, con il movimento «Noi con Salvini» che già si è mosso per strumentalizzare su base etnica la questione. Non si può quando a tale populismo vengono lasciate così tante possibilità di esprimersi. Fin che si chiuderanno gli occhi sulle piccole grandi anomalie che quotidianamente emergono, il distacco dalle istituzioni che sta provocando l’implosione del sistema paese come lo conosciamo non potrà che essere una logica conseguenza.