Lettera aperta a chi ricomincia a credere in se stesso dopo la pandemia e dopo una storia d’amore

Per molto tempo ti ho cercato/a, credevo di doverti costantemente interessare, tenendoti la mente occupata: dopo tanta fatica mi sembrava di aver trovato la persona per me, la mia anima gemella, il/la migliore amica/o.

Poi abbiamo capito che tutto ciò che ci siamo ficcati in testa, tutto il mio darmi da fare per rimanere nella tua mente, il tuo impegno per tenermi legato era d’un tratto stato tempo sprecato.

Mi sono infuriato, dapprima con te, poi con me stesso. Era ovvio, ci eravamo tanto cercati in tempi diversi e scollegati, ma siamo arrivati tardi l’una per l’altro.

Ci siamo sentiti come non mai. Siamo sempre stati certi di essere soli, ma per un momento abbiamo creduto nell’impossibile, avevamo creduto di aver trovato un colmo a quel vuoto che ci scavava dentro.

Poi, quando tutto si è fermato, quando sono arrivate le mascherine e le chiusure forzate ci siamo sentiti vicini, con la voglia di abbracciarci, ma con il cuore colmo di paure ed incertezze. Ad un tratto il mondo non ci rideva più addosso, ma si girava e ci lasciava nell’ombra.

Sono arrivati i giorni bui, le verità scomode, il ritrovarsi non più protagonisti della propria felicità riflessa negli altri, ma abbandonati alla nostra solitudine.

A quel punto, ci siamo resi conto che il mondo non ci giudicava più e abbiamo colto a poco a poco l’occasione per lasciarci andare al nostro egoismo, liberi l’uno dall’altra ci siamo ritrovati finalmente di nuovo al centro delle nostre vite.
Finalmente non dovevo più vivere attraverso di te, finalmente non dovevi più tenere conto di me.

Da quel momento le nostre azioni sono divenute personali, legate alle nostre scelte per ricercare una nuova felicità.
Dal momento in cui ci siamo rimessi in cammino per ritrovare noi stessi, le cose si sono fatte più difficili, eppure ci sentiamo più forti oggi.

Siamo soli, lo siamo sempre stati, lo saremo fino alla fine, ma se abbiamo affrontato la dura battaglia e ne siamo usciti, allora vuol dire che sappiamo di nuovo lottare.

Possiamo tornare più forti di prima, circondati da chi ci ha tenuto per mano, da chi abbiamo deciso di prendere in cura sotto le nostre attenzioni, con la consapevolezza di poter tornare a cadere, ma con la certezza di poter rialzarci e affrontare con nuova convinzione il dover diventare grandi.

Crescere non significa vincere, ma sapersi rialzare dopo ogni sconfitta e continuare a galoppare verso l’orizzonte, finalmente nostro.