Livorno in ginocchio per la pioggia: 7 morti e 2 dispersi

A Livorno la pioggia ha causato un disastro: 200 millimetri d’acqua in 6 ore, quanto solitamente cade in 5 mesi, hanno portato alla morte di 7 persone, oltre a due dispersi, almeno finché quest’articolo viene scritto. Il rio Maggiore, che è stato interrato trent’anni fa, è esploso contro un palazzo fra l’Accademia navale e lo stadio, mentre il rio Ardenza ha raso al suolo tutto ciò che ha incontrato negli ultimi tre chilometri del suo corso.
Una famiglia intera, nonostante gli sforzi di un nonno coraggioso, è stata uccisa dall’acqua. Il sindaco Filippo Nogarin attacca: il suo primo bersaglio è la regione Toscana, che avrebbe dato all’emergenza il codice arancione invece che rosso, poi dà la colpa a «chi avrebbe dovuto o doveva pulire i canali e i fossi». Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella intende invece «sollecitare al più presto nel mondo politico una riflessione, seria e approfondita, sugli effetti dei cambiamenti climatici e su come difendere efficacemente il nostro territorio».
A essere colpita non è tutta Livorno, ma solo tre o quattro quartieri a sud della città, mentre il centro non ha subito particolari danni. A nord, il torrente Ugione – che solitamente è il primo a superare il livello di guardia – questa volta non ha destato particolare preoccupazione. A Montenero un settantenne è stato portato via dall’acqua sotto gli occhi della moglie e della figlia che si sono salvate solo perché erano riuscite a salire sul tetto dell’abitazione, con scene che ricordano quelle che abbiamo visto in televisione sui nubifragi negli Stati Uniti.
Gli allagamenti ciclici, il monitoraggio e gli adeguamenti non sono serviti a nulla.