Marino e l’«uomo solo al comando»

Ignazio Marino ha fallito. È difficile negare l’evidenza: il clou della tragicommedia è stato toccato un anno fa, quando l’ex sindaco di Roma non si accorgeva del letame che stava crescendo sotto le sue scarpe e pensava di uscirne senza nemmeno una macchia sulla giacca. Ignazio Marino ha dimostrato che per governare la capitale non basta essere dei bravi medici, soprattutto se non si è in buona compagnia: più di 20 consiglieri comunali sono stati subito pronti a dimettersi quando i vertici del partito hanno deciso di staccare la spina a un’amministrazione già agonizzante.

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Marino, che probabilmente si è fatto crescere la barba per nascondere ciò che la sua faccia non era più in grado di celare, è inciampato nella vicenda degli scontrini: colpevole di autolesionismo o di troppa autonomia ha dimostrato di essere uno sprovveduto o di avere dei nemici organizzati e preparati.
Ma questo non può impedirci di guardare con sdegno alla vicenda romana: Matteo Renzi, la cui fronte alta ha finalmente un suo perché, ha permesso al suo disegno politico di fare un passo avanti: nessun «indipendente», solo ubbidienti faccendieri. La riprova della nullità dei sottoposti è evidente ogniqualvolta ne appaia uno sui teleschermi: marino1oltre a ripetere le solite frasi fatte che farebbero rabbrividire persino Cetto Laqualunque, alle domande non rispondono e si arrampicano sugli specchi con tale foga e goffaggine da causare un terribile stridio perfettamente udibile dall’ascoltatore. Ignazio Marino, eletto dal popolo, è stato cacciato dal segretario del suo partito, nonché premier, e al suo posto è arrivato il prefetto di Milano, Tronca.
Si andrà mai a elezioni? Già si mormora di un’alleanza Pd-Forza Italia intorno alla lista civica Marchini per impedire al Movimento 5 Stelle di governare al Campidoglio. Renzi e i suoi stanno fiutando che l’aria non è più così favorevole: l’Italia è in difficoltà e gli slogan aiutano a poco. È notizia di ieri il primo sondaggio che, al ballottaggio delle politiche, vede il M5S oltre il 50%. Chi scrive non sa se i pentastellati riusciranno a rimettere in piedi il nostro paese, ma è anche vero che stiamo già raschiando il fondo da un pezzo.