Non c’è diritto di parola per il vecchio Clint!

clint Eastwood voterà Donald Trump. Il suo non è un endorsement, ci tiene a precisare l’attore e regista, ma semplicemente una scelta contro «il politicamente corretto»: «Dice quello che gli passa per la testa. E qualche volta non sono cose buone. E altre volte è proprio… voglio dire, posso capire da dove proviene, ma non sono sempre d’accordo con lui».

clint

Cascasse il mondo! Ecco i paladini del «politicamente corretto», appunto, a scandalizzarsi: il manifesto di ieri titola «Gli spietati», affiancando Eastwood e Trump, mentre sui social network si sprecano i commenti: «Grande artista con idee pessime», il portale di satira Arsenale K parla di «demenza senile», un’utente si lamenta «Che delusione! Mi viene da pensare che i contenuti dei suoi film servivano solo a fare soldi», mentre un altro spiega che Eastwood «ha perso la testa per qualche dollaro in più». Il massimo lo tocca forse l’Unità: «Ogni 4 anni sempre lo stesso dispiacere: Clint Eastwood è fascista».
Forse questi signorotti del politicamente corretto si scordano che gli Stati Uniti, come l’Italia del resto, sono una democrazia, forma di governo completamente incompatibile col giudizio delle opinioni. Queste ultime si possono criticare o approvare ma con una 
discussione nel merito, non con insulti gratuiti e tutt’altro che inerenti alla questione. Poi, per dire, scoprire nel 2016 che Clint Eastwood è repubblicano è come scoprire oggi che l’eliocentrismo.
Discorso a parte merita il fu giornale fondato da Antonio Gramsci: 
l’identità fra repubblicano e fascista ostentata dall’Unità è semplicemente fuori dal mondo. Sarebbe impensabile che Clint Eastwood si schierasse a favore della democratica Hillary Clinton; è altrettanto sciocco identificare i repubblicani (che, come la destra da noi, raccolgono innumerevoli declinazioni politiche differenti) con il fascismo.
Clint Eastwood ha il diritto di esprimere la propria opinione e tutti noi abbiamo il dovere, anche criticandola, di rispettarla.