Note a margine sul rapporto fra Roberto Marcato e l’Islam

Roberto Marcato, presidente del Consiglio comunale di Padova
Roberto Marcato, presidente del Consiglio comunale di Padova

«Questi terroristi dobbiamo metterli a pane, salame di maiale e gli facciamo pure leggere il Vangelo. Poi una volta che prendiamo questi tre signori, non mettiamoli in carcere, questi ci devono dire tutto: in questi casi bisogna usare la tortura! La tor-tu-ra! Bisogna torturare». Come sono pacate le parole di Roberto Marcato, presidente del Consiglio comunale di Padova e manco a dirlo esponente di Lega Nord, quando si riferisce ai tre (che poi erano due) responsabili dell’attentato alla sede di Charlie Hebdo di mercoledì scorso. Parole dette a caldo, possiamo anche dare a Marcato questo alibi, però non riusciamo a nascondere lo sgomento che ci ha investiti leggendo queste dichiarazioni che, dobbiamo dirlo, hanno proprio dell’incredibile.

charlieMa voi, cari lettori, ve li immaginate i due (magari ci mettiamo anche un manichino per non deludere il buon Roberto) in carcere a mangiare pane e salame con le briciole che cadono sul Vangelo che tengono aperto in grembo? E poi il carceriere ad honorem Marcato che, fra un ghigno soddisfatto e una risata malcelata, li interroga dall’altra parte delle sbarre: «Islamico, dicci tutto se no ti faccio mangiare una mortadella intera!» oppure «Fammi capire che ti sei svegliato dal tuo torpore musulmano: recita 10 Padre Nostro e 20 Ave Maria». Caro Roberto, sapevamo già come siete voi della Lega, soprattutto in occasioni come queste, non avevamo certo bisogno di ulteriori conferme. Come abbiamo già detto a proposito di altri figuri che nella strage di Charlie Hebdo hanno trovato l’occasione di sparare idiozie: se non si stesse parlando di una tragedia, sembrerebbe davvero una farsa. Mancano solo un paio di veline mezze nude e poi siamo a posto: Il pranzo è servito!

Tito G. Borsa