Pantheon a pagamento: caos per la proposta di Franceschini

«Penso che entro la fine di questa legislatura il Pantheon sarà visitabile pagando un biglietto, magari anche basso». Queste le parole del Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini in occasione della presentazione del nuovo allestimento delle Gallerie Barberni e Corsini, tenutasi a Roma mercoledì 11 gennaio. L’edificio, vero e proprio baluardo dell’architettura romana imperiale, rappresenta oggi il monumento gratuito più visitato d’Italia, con numeri che si aggirano tra i 6 e i 7 milioni d’ingressi l’anno.
Il Pantheon, progettato dall’architetto Apollodoro di Damasco, fu commissionato da Marco Vipsanio Agrippa, genero dell’imperatore Ottaviano Augusto, nel 27 a.C. e dedicato ai dodici dei e al sovrano vivente (dal greco pan: tutti, theos: dio). Si ritiene che l’edificio attuale sia il frutto della radicale ricostruzione promossa dall’imperatore Adriano fra il 118 e il 125 d.C.
Agli inizi del VII secolo, papa Bonifacio IV fece collocare nel Pantheon le ossa di molti martiri prelevate dalle catacombe: fu così che il tempio divenne a tutti gli effetti un edificio di culto cristiano. Lo stesso nome mutò in Santa Maria ad Martyres o Santa Maria «della Rotonda» (chiara l’allusione alla forma circolare della struttura, ma anche alla piazza antistante). Personaggi illustri furono poi sepolti al suo interno: tra di essi i primi due re d’Italia, Vittorio Emanuele II e Umberto I, e l’artista Raffaello Sanzio. La particolarità architettonica che contraddistingue questo monumento, oggi proprietà del demanio e gestito dal Ministero dei Beni Culturali, è la sua vastissima cupola in calcestruzzo, ampia ben 43 metri, unica nel suo genere e imitata in tutto il mondo.
La proposta del Ministro Franceschini di far pagare un biglietto – seppur basso – d’ingresso ha suscitato non poche polemiche, prima fra tutte quella della giunta comunale romana. Il pentastellato assessore alla cultura Luca Bergamo si è espresso con dure parole di critica: «Basta con lo sfruttamento intensivo del nostro patrimonio a meri fini di biglietteria. È ora di finirla di decidere per noi: Roma non è il parco a gettone del turismo mordi e fuggi». Manca, inoltre, l’accordo con il Vaticano, in quanto il monumento è pur sempre una chiesa. Dalla Santa Sede non sono pervenute dichiarazioni, nonostante ne sia nota la contrarietà al pagamento del biglietto d’ingresso nelle chiese di Roma. L’accesso a pagamento è, però, obbligatorio in alcuni edifici sacri a Milano e Venezia e Franceschini stesso ha affermato che la trattativa tra Mibact e Vaticano sulla questione è a buon punto. I timori di chi si è schierato contro la proposta del Ministro riguardano, innanzitutto, la possibilità di un calo delle presenze e, in secondo luogo, la destinazione dei proventi ricavati dall’eventuale imposizione di un ticket.
«Le risorse derivanti dalla bigliettazione potranno servire per interventi sulla struttura stessa e potranno confluire nel fondo di solidarietà, come fanno il Colosseo e tutti gli altri musei» è quanto ha affermato in proposito Franceschini. Riuscirà a stipulare un accordo con il Vaticano e con il Polo Museale del Lazio per l’avanzamento dell’iniziativa entro il 2018?